sabato 20 marzo 2010

RAI PER UNA NOTTE, LETTERA AI MIEI COETANEI



Tutto è iniziato quando, a fine febbraio, la Commissione di Vigilanza Rai ha annunciato lo stop dei talk show televisivi in vista delle elezioni regionali del 28 e 29 marzo. Un mese di par condicio che si è trasformato in un mese di silenzio elettorale. Eravamo abituati a 48 ore di pausa. Nell'arco di una settimana sono diventati 48 giorni, quasi. Non vogliamo immaginare quale possa essere il destino dei programmi di approfondimento politico da qui ad un anno, di questo passo. Eravamo abituati all'assenza di propaganda elettorale nel giorno precedente e in quello delle elezioni, non alla chiusura dei programmi di informazione politica lungo tutto il mese che precede la data delle elezioni. Eravamo abituati a distinguere tra politica ed informazione. L'informazione non ha niente a che vedere con la politica.

Sia Michele Santoro che Giovanni Floris, conduttori dei programmi rai evidentemente più "colpiti" se solo valutiamo il peso in termini di share di Annozero e Ballarò, avevano salutato il loro pubblico con un "che ne sarà di noi" che faceva pensare ad un adattamento delle loro trasmissioni in modo che il diktat dei vigilantes Rai venisse rispettato.
Niente da fare, tutto da rifare.
Lo stop viene confermato, in un'Italia e mezza che non legge o legge poco i quotidiani, in un'Italia che probabilmente non sa nemmeno chi andare a votare, un'Italia invasa dai reality show, un'Italia che considera i reality show uno spettacolo culturale.
E probabilmente è colpa nostra, che non ci informiamo abbastanza. E' anche colpa nostra, che leggiamo poco. E' colpa nostra che a sentir parlare di politica in politichese ci viene il voltastomaco. Colpa nostra che i reality li guardiamo. Colpa nostra che dalle consultazioni elettorali ci asteniamo, colpa nostra che non siamo come i nostri padri che alla nostra età avevano già tutti una tessera di partito.
Nel gioco delle responsabilità, noi ci prendiamo le nostre.
Nel gioco delle responsabilità, tutti si prendano le proprie.
Viviamo incontestabilmente in un paese in cui il Presidente del Consiglio decide chi e cosa debba andare in onda. Sveglia. A tutti i ragazzi ai quali sento dire che Santoro è fazioso, Floris è comunista, Berlusconi perseguitato. Sveglia. Mi sta bene che a dirlo sia mister B. che ormai ha l'acqua alla gola. Ma voi no. Perchè dovete del rispetto alla storia di questo paese. Perchè studiate, andate all'università, avete il libretto gonfio di lodi. E la demogogia, fa presa sugli ignoranti. Non sulla nostra generazione che è fatta di persone per le quali, grazie alla storia, quello ad informarsi è un diritto ormai sancito. Sveglia. Voglio il Paladozza e voglio Piazza Azzarita, e voglio Piazza 8 Agosto e tutte le case e le piazza d'Italia colme di giovani. Con il loro bel 30 e lode in storia contemporanea, i loro vestiti di marca nonostante la crisi che morde, con uno strumento di straordinaria diffusione come è internet, che quando vogliono si incontrano in centomila solo per stare immobili. Sveglia. Che questa è la nostra lotta. Sveglia. Che siamo diventati grandi. Sveglia. Che non c'entrano niente Michele Santoro, Marco Travaglio, Giovanni Floris, Vauro, Concita de Gregorio, Ezio Mauro, Enzo Biagi, Indro Montanelli. Non c'entrano la destra e la sinistra. Conta quel che sta nel mezzo. Un popolo che almeno una volta nell'arco della giornata si dice "ora basta". Un popolo che è morto per conquistare l'articolo 21 della Costituzione. Un popolo che col cazzo che si lascia mettere un bavaglio sulla bocca, una benda sugli occhi.
Giovedì 25 marzo, ovunque siate, scendete in piazza.

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Alice Boum © www.Blogger.com changed Un Blog di Disobbedienza Creativa by http://aliceboum.blogspot.com