domenica 28 febbraio 2010

1° marzo: RASSEGNA STAMPA









martedì 23 febbraio 2010

IL MIO AMICO CIAK - Take 4, ROCKPOLITIK

Ciak ha seguito il Festival di Sanremo ed è rimasto colpito soprattutto dall'effetto fumo che si sprigionava all'entrata dei grandi ospiti nazionali ed internazionali. 


SI PUO' DARE DI PIU'. A furor di sms vince il 60° Festival della Canzone Italiana Valerio Scanu, noto al piccolo pubblico per la partecipazione ad Amici, mentre il Principe Emanuele Filiberto, conosciuto grazie a Ballando con le Stelle, si è classificato secondo, e Marco Mengoni, già vincitore di X Factor, terzo.
In sintesi, mi racconta Ciak, vince il reality show, vincono "artisti" ai quali ci lega una certa familiarità, televisiva, e vince il Pdl. Pure a Sanremo.
Un amico del mio amico Ciak ha commentato dicendo: "se trovo altri due stronzi, l'anno prossimo partecipo a Sanremo". Ciak ci sta facendo un pensierino.

SIAMO LA COPPIA PIU' BELLA DEL MONDO. Marco Travaglio e Michele Santoro si scambiano lettere d'amore su Il Fatto Quotidiano. Tutto ebbe inizio giovedì scorso, lo stesso nel quale Nilla Pizzi venne catapultata a 91 anni sul palco dell'Ariston, a sua insaputa, quando Nicola Porro de Il Giornale e Maurizio Belpietro, direttore di Libero, attaccarono ferocemente l'editorialista di Annozero. "Sarà capitato anche a te di frequentare persone che non si sarebbero dovute frequentare, stai attento perché ti capiterà". 
Smettila.
Ma vergognati.
Ma prenditi un'aspirina.
Questi liberali del cavolo.
Deficiente.
Un poveraccio sei.
E tu sei un arrogante cretino.
Travaglio avvisa Santoro: "Annozero così non va", Michele risponde: "Vivrei una tua decisione di prendere le distanze da Annozero con grande amarezza. Non sarebbe tuttavia una tragedia o una catastrofe irreparabile".
Ciak ha aperto il televoto: "Vuoi che Marco Travaglio lasci Annozero?". 

LA TERRA DEI CACHI. Sulla scia di quanto accaduto a Sanremo, da più parti si inizia ad auspicare che il popolo sovrano possa esprimere la propria preferenza per le elezioni regionali, tramite sms. L'affluenza alle urne toccherebbe i massimi storici. Il premier Silvio Berlusconi, scalda i motori mediatico politici e candida Nicole Minetti, ballerina delle trasmissioni tv Scorie e Colorado Cafè nonché igienista dentale, conosciuta dal premier durante l'ultimo ricovero al San Raffaele.
Ciak non ha dubbi: un curriculum di tutto rispetto. Finalmente una dentista che sa anche ballare.


domenica 21 febbraio 2010

Sulle terapie riparative

Ho l'impressione che molte persone sappiano davvero poco sulle terapie riparative e sugli effetti devastanti che esse hanno sulle persone omosessuali ed in particolare su quelle persone che vivono in contesti sociali e famigliari avversi e difficili.
Di che cosa parliamo quando ci rifacciamo alle terapie riparative?
Dobbiamo innanzitutto citare alcuni “padri” fondatori delle terapie: Joseph Nicolosi, psicologo che opera ad Encino, California, e che ha fondato il NARTH (associazione nazionale per la ricerca e la terapia dell'omosessualità) e Gerard Van den Aardweg, psicologo olandese che lavora in America.
I due “terapeuti” hanno idee abbastanza simili su come “curare” gli omosessuali ma sono in disaccordo sull'origine dell'omosessualità-
Per entrambi non è possibile che l'omosessualità sia di origine genetica tanto che Aardweg arriva a negare l'esistenza dell'omosessualità (anche nel mondo animale) sostenendo che tutti nasciamo eterosessuali e che poi, a causa del mancato inserimento nel periodo adolescenziale nei gruppi di origine, si possono sviluppare tendenze omosessuali.
Nicolosi invece sostiene che l'omosessualità (si parla di bambini preomosesssuali per evitare un riconoscimento naturale all'omosessualità e si tende a confondere tale orientamento con quelle che vengono definite “disforie di genere” per poter patologizzare l'omosessualità) è il risultato della mancata identificazione del bambino nella figura paterna (padre assente, debole, madre forte e troppo presente). L'omosessuale quindi va alla ricerca di quella mascolinità che gli manca (?) e che egli trova negli altri uomini. La “riparazione” consiste proprio nella mascolinizzazione dell'omosessuale per evitare che egli la ricerchi in altri.
Entrambi poi mettono in evidenza la differenza fra omosessuali e gay. Gli omosessuali, secondo il loro pensiero, sono persone problematiche che non vivono bene la propria sessualità: depressi, maniacali, ossessionati dal sesso, aggressivi, deboli. Essi vogliono essere guariti.
I gay invece fanno parte di una minoranza politicizzata che, insieme ai movimenti femministi, vogliono ribaltare l'ordine originale della sessualità e dei ruoli.
Sul sito Alleanza Cattolica ( http://www.alleanzacattolica.org/) il buon Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta, membro di obiettivo chaire ( http://www.obiettivo-chaire.it ) sostiene che:
La Rivoluzione sessuale ha contribuito, con altre concause, alla crisi dell'istituzione familiare, e questa crisi non è a sua volta estranea all'emergere di problemi connessi con l'omosessualità, definita come una preferenza sessuale predominante e persistente per persone dello stesso sesso.
Una componente tanto chiassosa quanto minoritaria del mondo omosessuale è costituita dagli attivisti gay, che si prefiggono l'accettazione, da parte della società, dell'omosessualità come variante "naturale" dell'orientamento sessuale umano.
È importante distinguere fra omosessuali e gay: il termine "omosessualità" indica una tendenza o inclinazione sessuale, mentre il termine gay indica un'identità socio-politica. Non tutte le persone con inclinazione omosessuale s'identificano nello stile di vita gay, anzi: la maggioranza di loro non è orgogliosa di tale inclinazione, non considera "normale" la propria omosessualità e non teorizza il riconoscimento dello stile di vita gay come positivo per sé e per la società .
Da queste poche parole si capisce benissimo come il pensiero di molti psicoterapeuti riparatori sia estremamente distante dalla psicologia di base e dalle ricerche scientifiche. Piuttosto essi si rifanno alle congetture religiose contro l'omosessualità. In questa confusione fra psicologia e religione a farne le spese, tanto per cambiare, sono soprattutto le donne. La parola lesbica non viene quasi mai citata da Aardweg e da Nicolosi, si parla di omosessualità femminile e si arriva a sostenere che:
Una donna omosessuale deve avvicinarsi ai suoi ruoli “femminili”. Deve superare, per esempio, l'avversione per la cucina o quello di servire gli ospiti, per la cura dei bambini, per le faccende domestiche. Dovrebbero fare esercizi di remissività e obbedienza
Ora mettiamoci per un attimo nei panni di una persona minorenne che vive in una famiglia omofoba, pensiamo per un attimo di avere quindici anni. Non capiamo cosa sta accadendo attorno a noi, la nostra famiglia ci dice che siamo sbagliati, la società ci dice che siamo deviati. Ci viene offerta una “via di fuga”, ci viene detto che possiamo guarire, ci obbligano a pensare che siamo sbagliati.
Non so voi ma in cuor mio so di non poter permettere che un qualsiasi ragazzo o una qualsiasi ragazza si senta sbagliat* e sporc* e decida, forse, di fare un salto dal sesto piano per mettere fine all'odio che lo/la circonda.
I metodi per “uscire” dall'omosessualità sono legati a pratiche religiose e all'auto-annullamento del proprio Io.
Queste persone, gli psicologi riparatori, ci dicono che l'omosessualità è uno dei mezzi usati dal diavolo per creare disordine. Essi sostengono di non obbligare la gente a curarsi ma di accogliere le richieste di aiuto delle persone omosessuali. I metodi usati non trovano nessun riscontro concreto (a parte qualche testimonianza di “ex gay”) e non esistono criteri di ricerca espliciti e verificabili, non vengono neppure fornite descrizioni metodologiche.
Eppure la chiesa spinge per vedere attuate le terapie riparative.
Come avvengono queste terapie?
Attraverso l'autoanalisi, la preghiera, l'autosorveglianza, l'ammissione pubblica delle proprie tendenze, il pentimento, l'esercizio spirituale.
Queste terapie hanno trovato spazio anche in Italia ed esistono gruppi di “sostegno” che, probabilmente, le attuano. Oltre ai già citati alleanza cattolica e obiettivo chaire vi invito a visitare anche questi altri siti:






Che cosa possiamo fare contro la diffusione di queste terapie?
Come singoli occorre informarsi, c'è dell'ottima letteratura in commercio: “Gay e lesbiche in psicoterapia” a cura di Paolo Rigliano (che tratta un intero capitolo sul tema) e Margherita Graglia, autrice anche di “Psicoterapia e omosessualità” e “Essere omosessuali” di Richard Isay giusto per citarne alcuni.
Come gruppi invece trovo che la lotta alle terapie riparative sia poco presa in considerazione. Non vedo azioni forti e sarebbe il caso di cominciare ad agire in modo deciso.
Intanto rivolgendosi agli ordini dei medici e degli psicologi e psichiatri perché prendano una posizione univoca sulla questione delle terapie riparative. Dovremmo chiedere di bandire dall'albo coloro che ne fanno esercizio, occorrerebbe chiedere maggiore attenzione sulla confusione fra credenze religiose e medicina e/o psicoterapia, si dovrebbe attivare un'inchiesta per capire se queste terapie sono pericolose, da chi vengono fatte, in quale modo e a chi sono rivolte. Rilancio con forza la richiesta di un intervento di gruppo a livello giuridico e legislativo per chiedere che queste azioni vengano vietate alle persone minorenni e ritengo opportuna una richiesta di risarcimento contro le diffamazioni nei confronti delle associaizoni omosessuali da parte dei gruppi religiosi o delle singole persone che professano tali argomenti. Un'altra cosa utile sarebbe tradurre il materiale sui risultati delle terapie riparative e sui danni verso chi si sottopone spontaneamente o vi è costretto ( http://www.apa.org/pi/lgbt/resources/therapeutic-response.pdf ).
E poi ancora raccolte firme, richiesta di inchieste giornalistiche di qualità, petizioni all'Unione Europea, richiesta di commissioni per capire chi sia coinvolto e per quali motivi. Il movimento GLBT potrebbe fare moltissimo, non capisco il perché di questo silenzio e di questo immobilismo.

lunedì 15 febbraio 2010

Il cabaret all'italiana

Ormai barzelletta internazionale, dai desaparesidos lanciati dagli aerei alle donne albanesi vittime della tratta, nessun dramma umano scampa al suo travolgente umorismo!
Oggi su Repubblica una lettera a Berlusconi da parte di Elvira Dones, scrittrice albanese che dice: "L'Albania non ha più pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite."
Purtroppo non tutti sono in grado di apprezzare la facilità con cui il nostro premier riesca ad utilizzare battute da osterie di tarda ora in incontri pubblici.
A concludere la gag, qualche apprezzamento sulle giornaliste in sala, infondo si sa nelle commedie all'italiana l'ormone ha la meglio sul buon gusto.
Pregherei Cristian De Sica di valutare come prossimo film: Natale a Tirana, ho un consiglio sullo seneggiatore!

domenica 14 febbraio 2010

IL MIO AMICO CIAK - Take 3, INDAGINI SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO


Ciak ha visto nevicare ovunque questa settimana. L'effetto Morgan si è esteso a macchia d'olio nel bel paese. I leghisti hanno gioito, finalmente un'Italia completamente imbiancata, da Roma in sù.
La settimana tocca il suo apice oggi, nel giorno di San Valentino. Oggi vince il partito dell'amore, oggi, se nella vostra coppia c'è un "1% discutibile, quell'1% deve essere messo da parte". (cit. Mister B.)

BERTOLASO. Il signor capo della Protezione Civile è stato iscritto nel registro degli indagati: "una storia di ordinaria corruzione" in cambio di "soldi contanti e prestazioni sessuali". 
“Sono Guido, buongiorno”
“Buongiorno, tutto bene?”. 
“Sono atterrato in questo istante dagli Stati Uniti, se oggi pomeriggio Francesca potesse… io verrei volentieri… una ripassata…”.
Cosa avete capito??? La schiena! Francesca è una fisioterapista, non una macchina del sesso (leggi escort).
Ciak e il "corpo" della strega.

VIGILANZA RAI. I Vigili della televisione pubblica hanno deciso di bloccare, di fatto, tutte le trasmissioni di approfondimento politico in vista delle elezioni regionali che si terranno il 28 e il 29 marzo. Silvio Berlusconi approva "l'anti pollaio", anti annozero, anti ballarò. 
A Ciak pare una gran bella trovata. La politica è un fatto serio che va vissuto in religioso silenzio. Giusto, questo alone di mistero. Se le regionali dovessero trasformarsi realmente in una grande mosca cieca, vuoi mettere che divertimento? Ambarabàciccìcoccò.
Ciak, il 28 marzo, non voterà nessuno, oppure voterà tutti. In nome della par condicio.

DELBONO. Le missioni segrete dell'agente 007 Delbono, sbucano come i fughi in autunno. Finiscono sotto la lente della Procura tre nuovi viaggi , destinazione Capri, l'isola dell'amore. Cinzia non lascerebbe spazio a dubbi: "Come? I viaggi a Capri fatti passare per missioni di lavoro? Ma quelle erano le nostre vacanze, una cosa ormai consolidata, lo sanno tutti. Solito albergo per tre anni, un bel quattro stelle nell'interno dell'isola, con piscina. E sempre nella settimana a ridosso di Ferragosto. E nessun incontro ufficiale, per quanto ne so".
Ciak consiglia:

Petizione on line contro le terapie riparative

Questa è la seconda iniziativa contro le terapie riparative di Joseph Nicolosi che, lo ricordo, sarà in Italia a maggio.
Mi sono chiesto se chiedere a Report e a Presadiretta di fare un servizio su questo individuo e sui suoi centri fosse dannoso per la nostra comunità ma la serietà con cui le redazioni di queste due trasmissioni di inchiesta giornalistica svolgono il proprio lavoro mi ha indotto a superare i miei dubbi.
Vi chiedo ancora uno sforzo.
Se siete d'accordo firmate la petizione a questa pagina
Invitate altre persone a farlo, condividete e cercate di farlo sapere al maggior numero di persone. Se avete voglia e tempo dopo aver firmato la petizione mandate una mail ai seguenti indirizzi per mettere al corrente le redazioni che questo è un tema che ci coinvolge tutt*

Presadiretta
presa.diretta@rai.it

Report compilare il modulo alla pagina
Il prossimo passo sarà una petizione per spingere l'Unione Europea a prendere una posizione chiara in materia.
Grazie a tutt*

Il testo della petizione:
L'omosessualità non è una malattia eppure ci sono ancora persone, che si vantano del titolo di psichiatri, psicologi o psicoterapeuti, che, dietro compendo in denaro, attuano le cosiddette "terapie riparative".
Il padre di tali terapie, Joseph Nicolosi, fondatore del NARTH (National Association for Research & Therapi of Homosexuality) è sostenuto in America dalla destra religiosa e nel resto del mondo è visto con simpatia da alcuni movimenti cattolici e da una parte del clero. Nicolosi è anche autore di manuali che spiegano come "guarire" dall'omosessualità e a maggio sarà ospite di un seminario in Italia.
Ritengo doveroso, ancora una volta, sottolineare che l'omosessualità non è più considerata una malattia da molto tempo, come si evince dal DSM IV.
La mia preoccupazione è che queste tecniche vengano applicate a persone troppo deboli per difendersi e reagire, spinte dall'ignoranza, dai pregiudizi o dalla violenza sociale e familiare a intraprendere un percorso che le metterà ancora di più in contrasto con se stesse e con il resto del mondo. Traumatico poi sarebbe scoprire che queste terapie vengno imposte anche a minorenni.
Per questi motivi chiedo alle trasmissioni di inchiesta giornalistica Report e Presa diretta di occuparsi delle terapie riparative facendo finalmente chiarezza su punti che ancora non sono chiari.
A chi sono rivolte queste terapie? Chi le sponsorizza? A chi fa comodo inibire la natura delle persone? Perché? Quali profitti vengono ricavati da questi centri? Come vivono le persone sottoposte a queste terapie? In che modo avvengono? Si basano su precetti scientifici o religiosi? Nicolosi è riconosciuto dalle corporazioni mediche, scientifiche, psichiatriche? Quali sono i risultati reali di tali terapie?
Lungi da me voler fare pubblicità a questo personaggio e a queste terapie ma sono fermamente convinto che occorra fare chiarezza per evitare inutili sofferenze alle persone in difficoltà.
Cordialmente
Marino Buzzi

venerdì 12 febbraio 2010

Avatar non è solo fantasia


L’avete visto Avatar? Io si, ho sognato anch’io mentre scorrevano le immagini di Pandora, quel magnifico pianeta in cui il popolo dei Na’vi difendeva con tutte le proprie forze la terra dei loro antenati, dei loro Dei, la loro terra, dallo stupido cinismo di qualche multinazionale.
Soldati mandati a distruggere e ad uccidere, poco coscienti di commettere un genocidio.
A muovere le fila, un piccolo uomo qualunque, ma in giacca e cravatta; assetato di risorse, capace di spingere qualsiasi bottone e di guardare dal posto di comando senza mai vedere veramente.
In sala l’applauso finale accompagnava la sconfitta dei marines.
La storia, malgrado la grande battaglia molto simile a tanti altri film americani, è ricca di spunti di riflessione e di critica della società in cui viviamo. Peccato che siamo in grado di guardare con trasporto Avatar, inorridire perché stanno distruggendo i Na’vi, che dopo tre ore di film in 3D ormai amiamo, senza renderci conto di quante storie simili indirettamente alimentiamo; senza prestare la minima attenzione a ciò che accade nel mondo e a quante Pandora le nostre multinazionali stanno distruggendo.
Un esempio a cui oggi i giornali hanno dedicato qualche riga: la terra della tribù dei Dongria (stato di Orissa, India), è minacciata dalla Vedanta Resources interessata alla bauxite di cui è ricca la loro montagna sacra; altre tribù vicine hanno già dovuto soccombere alle ruspe della multinazionale.
In un mondo in cui ci sia un qualche diritto che si rispetti queste tribù avrebbero avuto la possibilità di appellarsi ad un tribunale internazionale, a dei media che promuovessero la loro causa; in questo mondo dove tutto è rovesciato la loro ultima spiaggia è James Cameron.
L’associazione Survival International ha scritto una lettera al regista di Avatar, chiedendogli di unirsi alla lotta dei Dongria.
Forse non saranno abbastanza alieni per interessarsene, forse non abbiamo visto una storia d’amore tra una donna Dongria e un grande attore hollywoodiano, ma probabilmente possiamo comunque prestare attenzione a ciò che in nome dei profitti le multinazionali fanno senza scrupoli.
Queste multinazionali vivono dei nostri consumi, siamo direttamente responsabili di ciò che fanno se scegliamo di non dire nulla, di non vedere.
 Sul sito dell’associazione www.survival.it è possibile aderire ad alcune iniziative.

domenica 7 febbraio 2010

IL MIO AMICO CIAK - Take 2, CAOS CALMO

Ciak ha trascorso l'ultima settimana in stato confusionale. Mi ha raccontato che di questa settimana non ha capito assolutamente niente. E mi ha avvisata: "non ti preoccupare, ad avere a che fare con il mondo, può capitare".

COMMISSARIAMENTO: dopo una settimana di parto, Roberto Maroni non ha dato alla luce il decreto d'urgenza per le elezioni anticipate. Ciak dice che quello che è accaduto è uno scioglilingua, in estrema sintesi: Bologna senza Sindaco. Per colpa di chi chi chi chi, chichichirichì?
Ciak sta pensando di candidarsi.

MORGAN: Anche lui in stato confusionale, dichiara in un'intervista pubblicata dal mensile "Max" che si fa di coca tutti i giorni: "Io non uso la cocaina per lo sballo, a me lo sballo non interessa. Lo uso come antidepressivo. Gli psichiatri mi hanno sempre prescritto medicine potenti, che mi facevano star male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina. Fa bene. E Freud la prescriveva. Io la fumo in basi (ovvero il crack, ndr) perchè non ho voglia di tirare su l’intonaco dalle narici. Me ne faccio di meno, ma almeno è pura”.
Pare, però, che l'intervista sia stata rilasciata nel 1980, oggi  Morgan è un uomo diverso che pensa esattamente il contrario: "la droga fa male, la considero pericolosa e inutile, mi riferivo all’uso che ne facevo in passato come terapia verso la depressione".
Ciak sa solo che il crack rovina i denti.

BACIAMI ANCORA: Ciak è andato a vedere l'ultimo attesissimo film di Gabriele Muccino. E' rimasto sconvolto dalla parrucca di Giorgio Pasotti. Lo ricordava un bel ragazzo. Ha pensato per tutto il film d'aver perso l'attimo in cui dicevano che era malato; ha guardato il film dando per scontato che quel casco fosse il sintomo di qualcosa di molto più grave. Il film è finito senza fornire spiegazioni a proposito. A Ciak potrebbero occorrere dei mesi per dimenticare quel giallo e quel crespo.

 



sabato 6 febbraio 2010

Solitudini contemporanee

Sono schiavo dell' i-pod ormai da quattro anni.
La prima volta che l'ho usato era il 2006, l'Italia aveva appena vinto il campionato mondiale di calcio, erano le sette del mattino e io stavo andando a lavorare dopo una notte passata insonne a causa delle urla e dei botti dovuti ai festeggiamenti. Avevo trascorso la notte della vittoria chiuso in casa alla ricerca di un po' di pace, non sopportavo l'idea di decine di persone in piazza a esultare per una cosa così inutile soprattutto visti i gravissimi problemi in cui versava, e versa ancora oggi, l'Italia.
Su quel treno tutti avevano il giornale, non avevo mai visto la gente così euforica, quel treno che solitamente, alle sette del mattino, era silenzioso e sonnolento quel giorno vibrava di una, dal mio punto di vista, insopportabile eccitazione. Mi sedetti accanto a un signore che, subito, mi chiese se ero felice che l'Italia era campione del mondo. Lo guardai esasperato e gli dissi che non me ne fregava niente. Lui ci rimase malissimo, non potendo parlare di calcio con me cominciò a guardarsi intorno sino a quando non trovò qualcuno con cui condividere la machissima italica fratellanza (presente solo durante i mondiali di calcio). Vidi una signora che, anche lei esasperata, si metteva le cuffie alle orecchie e accendeva il suo i-pod, fu un'illuminazione, mi ricordai che anche io ne avevo uno nella mia borsa.
Da quel momento l'i-pod è diventato il mio modo per isolarmi dal mondo, un'abitudine terribile, me ne rendo conto solo ora.
Passiamo il nostro tempo ad isolarci dagli altri, stanchi, depressi, arrabbiati, cerchiamo di eliminare ogni tipo di contatto umano, la fisicità, quando non richiesta, ci irrita terribilmente.
Quando scendo dal treno e cammino nel sottopassaggio della stazione di Bologna, con le cuffie nelle orecchie, isolato in mezzo alla gente, penso sempre al film Zombi di Romero, è questa l'immagine che ogni giorno mi arriva alla mente.
Paradossalmente è più facile rapportarci con gli altri attraverso i mass media, su facebook parliamo e facciamo gli auguri di compleanno a persone che neppure conosciamo, “amici” virtuali con i quali, probabilmente, nulla abbiamo in comune. Mettiamo in una piazza virtuale i nostri pensieri, le nostre emozioni, i nostri sentimenti, le nostre idee ma quando dobbiamo confrontarci fisicamente con qualcuno ci chiudiamo in noi stessi, ricorriamo ad altri espedienti tecnologici per ritrovare la nostra pace, siamo soli in un mondo in cui esserlo è proibito. Ci isoliamo dai presenti parlando al cellulare con gli assenti, evitiamo il confronto proteggendoci con la musica, siamo gentili con persone virtuali e intolleranti con chi ci sta fisicamente davanti.
A volte succede che la piazza “virtuale” si trasformi in piazza “reale” come è accaduto con il no Berlusconi day o come è accaduto con i tanti micro pride contro l'omofobia.


Ma il problema è decisamente più grande di quello che potremmo pensare perché l'errato utilizzo dei mezzi tecnologici ci sta rendendo apatici e insensibili. La cosa peggiore è che abbiamo dato questi strumenti, che neppure noi adulti riusciamo a “domare”, alle nuove generazioni.
Immaginate di avere quindici anni oggi, bombardati, da mattina a sera, da innumerevoli informazioni. Immaginate di aver visto la guerra in televisione sin da bambini, di aver visto la fame e la morte attraverso quello schermo piatto. Ormai siamo abituati all'orrore, tanto che neppure ci fa più effetto, tanto che se accade qualcosa per strada noi continuiamo nel nostro percorso. Quindici anni e tutto un mondo virtuale in cui nascondersi, un mondo virtuale in cui puoi essere ciò che vuoi. L'amicizia, l'amore, il sesso.
Tutto senza difficoltà.
Niente genitori, niente professori.
La vita virtuale è decisamente meglio, no? E per quella reale basta mettersi le cuffie alle orecchie e spararsi la musica al massimo.
Niente rotture, niente confronti.
Freddi e tecnologici.
Come macchine.

L'ISOLA CHE FORSE C'E'


 Mi capitano giornate in cui, per una poco chiara sovrapposizione di condizioni emotive sensibili, io non riesca ad essere abbastanza duro…resistente…inattaccabile da questo mondo incasinato..
In questi casi le mie giornate non sono messe in crisi per quanto riguarda il susseguirsi di impegni, relazioni, funzioni e quant’altro, insomma per tutti io sono sempre lo stesso tranne che per me.
La percezione di ciò che mi circonda è in qualche modo alterata, mi sento più sensibile a tutto, tutto mi entra dentro e non posso fare a meno di ascoltare…è stressante non riuscire a difendersi emotivamente dalla società in cui viviamo con i sui carnefici e le sue vittime, la sua rabbia e le sue speranze disilluse.
In giornate così torno a case e, colmo del senso di responsabilità per tutto questo, naufrago nei miei pensieri e come un pittore in vena di sogni dipingo il mio mondo ideale, i miei sogni che prendono forme e colori, ci sono alberi e tanto verde..c’è gente che sorride insieme, che collabora, che inventa per star bene, tutti, nessuno escluso..c’è il rispetto per la vita in ogni sua forma, la cura delle nostre cose come dei nostri pensieri e delle nostre emozioni…
Nel mio mondo immaginario c’è addirittura il tempo per fermarsi ad ascoltare in profondità tutto ciò che si vive, per superare la sofferenza e godere della serenità…
Io credo che tutti siamo un po’ “pittori” ma ci sono quelli per i quali i loro quadri stanno bene sui cavalletti e che la vita sia un’altra cosa è un dato inopinabile, e quelli che invece nei loro quadri ci vogliono entrare ed allora, dopo innumerevoli tentativi falliti di infilarsi nella cornice decidono di far uscire i loro sogni da lì e di renderli vita vera…(non so voi ma io vado con loro)…

Un bel giorno ho scoperto che qualcuno, senza perder tempo, il suo mondo l’ha tirato fuori dalla fantasia come tutto d’un fiato con quel coraggio e quella forza che accomunano folli e sognatori senza scrupoli…
Oggi ho voglia di raccontarvi di questi folli sognatori,
vorrei con voi scoprirli, apprezzarli, criticarli ma soprattutto rispettarli per il coraggio che hanno avuto ed hanno nell’osare dar vita alle loro aspirazioni più profonde…
                                                                                                                                     il Cantastorie  

Primo contributo dalle loro parole:
                                                                 
 La Libera Repubblica di Alcatraz
Il 12 aprile 2008 scrivevamo: se rivince Berlusconi la Libera Universita' di Alcatraz dichiara la secessione dall’Italia!
Berlusconi, indiscutibilmente ha vinto e noi ci apprestiamo a tener fede agli impegni. In questi mesi abbiamo lavorato in silenzio e abbiamo battuto moneta, IL TALENTO, abbiamo stampato bandiere e passaporti, francobolli e autoadesivi e il 25 luglio 2009 proclameremo la seccessione dall’Italia. Ciao ciao! Ce ne andiamo!
Li lasciamo con i loro scandaletti, le ballerine ucraine vestite da Babbo Natale per trastullare il Premier, l’evasione fiscale, i maleducati, quelli che saltano le code, che superano gli ingorghi usando la corsia d’emergenza, vivono di piccole furbate, mazzette, mancanza d’amore, sindrome dell’avarizia piccina eccetera. Segnatevi questa data: 25 luglio 2009, sara' la nostra festa dell’Indipendenza.


LA LIBERA REPUBBLICA DI ALCATRAZ (COME SARA’? DI’ LA TUA!)

Elementi per la CARTA COSTITUZIONALE di una LIBERA REPUBBLICA SIMPATICA.

1 - La Libera Repubblica di Alcatraz e' una nazione fondata sulla poesia. Essa nasce dal rifiuto della banalita', dalla ricerca e il desiderio di fantasia e generosita' e nel diritto alla felicita'.
2 - La Libera Repubblica di Alcatraz promuove la crescita spirituale dei suoi cittadini. Riconosce il valore mistico e terapeutico del comico, del gioco, della convivialita', del bello e del rispetto della parola data.
3 - La Libera Repubblica di Alcatraz e' un atto d’amore universale, una ribellione dello spirito, un sogno, un gioco, una realta' energetica ed empatia capace di agire sulla storia del mondo come un lievito emozionale positivo. Libera Repubblica di Alcatraz e' un’immodesta scalata al cielo degli archetipi del potere.
4 - La Libera Repubblica di Alcatraz e' una nazione laica e spirituale.
Intrattiene legami genetici con il culto gioioso della Dea Madre e con qualunque altro culto che esalti l’amore, la fratellanza, il ridere come fulcro dell’esperienza di vivere. Aborrisce invece quelle fedi che esaltano la mortificazione del corpo, il dolore, la guerra, la benedizione delle armi, il perdono per gli sfruttatori di bambini, la censura delle idee, la vendetta come struttura mentale.

5 - Ogni cittadino e' simbolo della nazione e ha quindi la resposabilita' di perseguirne gli scopi. Tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge ma profondamente diversi. La Libera Repubblica di Alcatraz promuove la diversita' in tutte le sue forme e adora il valore individuale, il senso dell’onore, la generosita', il sentimento pacifico, la gentilezza e l’amore.
Tutti i cittadini hanno diritto di voto di parola, di gioco e di rispetto.
Tutti i cittadini sono tali se partecipano attivamente alla costruzione della Libera Repubblica, nei loro cuori e nelle loro azioni.

6 - Ogni cittadino e' un dipartimento dello stato e ne ha le funzioni e le prerogative. Puo' quindi proporre leggi, iniziative e festeggiamenti a patto che sia poi disposto e capace di concretizzarli (anche trovando chi voglia concretizzarli con lui).
Ogni cittadino e' quindi un distaccamento dell’Esercito Disarmato della Libera Repubblica, dipartimento dell’educazione, sede di giustizia, unita' di soccorso mobile, partito politico, nucleo dell’apparato burocratico.
I cittadini prendono a maggioranza tutte le decisioni che ritengono di voler prendere, tramite una votazione elettronica.

7 - I CITTADINI godono del diritto di protezione. La Repubblica si prende cura dei suoi cittadini. La Repubblica crea fin da subito un FONDO INALIENABILE DI SOLIDARIETA’ con il quale sosterra' la difesa dei propri cittadini corrispondente al 10% DELLE ENTRATE ERARIALI. IL RESTO DELLE ENTRATE DELLA REPUBBLICA VIENE COMUNQUE DEVOLUTO AL BENESSERE DEI CITTADINI attraverso il finanziamento di imprese solidali, ricerca scientifica e tecnologica, iniziative internazionali volte al miglioramento della vita su questo pianeta (ad esempio chiederemo di partecipare al prossimo G14 che grazie alla nostra presenza sara' un G15).

8- Ogni cittadino difende i suoi connazionali

9 - La Repubblica ha a cuore anche la vita dopo la morte dei propri cittadini.  Il riposo eterno sia confacente a una vita passata alla ricerca della felicita'. Ogni cittadino ha quindi il diritto di seppellire le proprie ceneri all’interno dei maestosi boschi della Repubblica. Questa opportunita' sara' gratuita (ovviamente restano a carico dei cittadini l’individuazione del luogo, il funerale e l’inumazione).

10 - La Libera Repubblica di Alcatraz ha un suo centro geografico ma e' anche dovunque ci sia un cittadino. Quindi e' provvista di enclavi entro i confini di altre nazioni. Isole territoriali autonome, sub localita' poetiche. All’atto della presa di cittadinanza il nuovo membro della Repubblica decide se intende asservire un luogo geografico di sua esclusiva proprieta' all’interno dei confini sacri della nazione. In questo caso dovra' issare la BANDIERA NAZIONALE in modo che possa garrire spavalda ai venti.
11 - Ogni cittadino puo' sostenere la Repubblica con le opere e con il pagamento di una tassa annuale di euro 100 che dara' alla Repubblica i mezzi economici per sostenere la sua missione nel consesso delle altre nazioni del pianeta: PORRE FINE A TUTTE LE GUERRE, ALLA POVERTA’ MATERIALE E INTELLETTUALE, ALLA DENIGRAZIONE DELL’AMORE.  La Libera Repubblica di Alcatraz perseguira' questi obiettivi attraverso pratiche pacifiche e stupefacenti via via concordate con i cittadini attraverso liberi sondaggi.
Qualora un cittadino intendesse proporre un evento, una campagna promozionale, una qualsiasi  iniziativa che richiedesse  un investimento economico la richiesta sara' vagliata dagli altri cittadini e messa ai voti nonche' eventualmente finanziata da una sottoscrizione  specifica.

12  - I cittadini che vorranno potranno riconoscere il valore economico della moneta nazionale e usarla per i loro scambi al posto di altre valute. Ugualmente i francobolli della Libera Repubblica di Alcatraz potranno essere utilizzati per spedire messaggi cartacei all’interno della Libera Repubblica di Alcatraz e nelle enclavi che si attrezzeranno con un Ufficio Postale Poetico.
13 - All'interno dei territori della Repubblica sono legalizzati tutti i matrimoni, anche interspecie.
14 - Nella Libera Repubblica di Alcatraz la sfiga e' un reato punibile con massaggi in acqua calda e sedute di comicoterapia.
Avevo scritto:
Fondiamo la Libera Repubblica di Alcatraz. Scaviamo un fossato, battiamo moneta, stampiamo francobolli, distribuiamo passaporti. Grazie al sole abbiamo l'indipendenza energetica, grazie a internet disponiamo di terribili canali di controinformazione, abbiamo acqua e cibo a sufficienza e abbiamo il nostro cimitero, la nostra bandiera. I veterani delle guerre indiane metropolitane del '77, i veterani delle Brigate Macondo e i claun sciamani difenderanno i nostri confini.
Fra poco avremo anche le auto elettriche e un pulmino a batterie assicurera' i trasporti pubblici del nostro stato indipendente. E visto che fra breve avremo anche uno spaventoso surplus energetico grazie ai mulini a vento, l'Italia non potra' scocciare piu'; di tanto perche' la nostra corrente elettrica sara' per lei vitale.
Abbiamo in mano la leva energetica!
Qualcuno potra' dire che al massimo arriveremo a produrre 200 kwh che non e' un gran che. Ma la differenza tra il black-out e il NON black-out e' di un solo kilowatt. Ecco, noi produciamo quello.
E siccome oggi come oggi nessuno Stato e' tale se non e' in grado di difendersi con le armi, i laboratori segreti di Alcatraz hanno gia' iniziato la progettazione di una batteria di baliste e catapulte, oltre a un grande specchio di Archimede che incenerira' qualunque forza militare straniera vorra' solcare i nostri cieli senza autorizzazione.
Inoltre abbiamo acquistato una partita di 200 cerbottane a due colpi realizzate da valenti armaioli piemontesi con ottime canne da lampadario.

Chiunque volesse appoggiare il progetto della Libera Repubblica di Alcatraz puo' contribuire nei seguenti modi:
1. Realizzare l'Inno Nazionale.
2. Trovare una tipografia in grado di realizzare banconote e francobolli con filigrana.
3. Progettare il Passaporto Digitale di Alcatraz che e' dotato di una memoria di dati, un sistema di identificazione, un rilevatore di posizione passivo, una torcia elettrica e una lente di ingrandimento. E' altresi' dotato di pinzetta per togliere le spine che si piantano nella pelle (come sopravvivere senza?).
4. Realizzare la costituzione e le leggi, che verranno approvate dall'assemblea web della Nazione Nascente dopo apposito dibattito.
5. Scrivere una lista di tutto cio'; che ci serve per fare una nazione e che qualcuno potrebbe poi realizzare (solo chiacchiere).
6. Scrivere fiabe e leggende mitologiche della nazione.
7. Realizzare il museo virtuale di Alcatraz.

Per concludere vorrei osservare che avere una nazione e' meglio.
Soprattutto se si tratta di una nazione amorevole che cerca di proteggere con tutte le sue forze i propri componenti.

Riconciliati con la vita!
Taglia anche tu i ponti con l'Italia.
Non ne vale la pena.

Ora che sono arrivato a scrivere fino a qui mi sono reso conto che in fondo forse varrebbe la pena di dichiarare l'indipendenza dall'Italia anche se, puta caso, l'Essere non vincesse. (Jacopo Fo).

Tutto ciò che avete letto è frutto della fantasia ma ha invaso spudoratamente la realtà, vi consiglio di darci un’occhiata (www.jacopofo.com/libera-repubblica-alcatraz-costituzione), voi dite la vostra ed io dico la mia…

Sul sesso e sulla sessualità maschile

Difficile parlare di sessualità e sesso nel mondo maschile, molto difficile soprattutto se si vuole cercare di farlo nel modo in cui sto provando io, ancora più difficile se si cerca di non cadere in facili cliché, in stereotipi e in generalizzazioni che non servono a nessuno.
Impossibile, o quasi, trattare un tema così difficile in poche pagine, pericoloso e facilmente fraintendibile a seconda della visione, decisamente personale, che della sessualità ognuno di noi porta nel proprio retaggio culturale.
L'idea di affrontare questo argomento non è nuova, in un mondo sempre più illusoriamente libero, anche da un punto di vista sessuale (ma, attenzione, parlo di illusioni perché in realtà la nostra è una libertà controllata in cui nessun soggetto è mai libero veramente), ormai già tutto è stato detto e analizzato.
Il mio interesse principale è quello di provare a stimolare un confronto e di provocare una discussione che possa coinvolgere ognuno di noi in un'analisi che dal personale si possa trasformare in generale. L'idea nasce dalla visione di due film: “Notti selvagge” di Collard e “I testimoni” Techine, entrambi ambientati in decenni diversi dai nostri, anni in cui ben poco si sapeva di prevenzione e di malattie, anni vissuti con terrore soprattutto da parte delle comunità GLBT a causa della comparsa dell'AIDS.
In entrambi i film si parla di sesso e sessualità al maschile ed in entrambi viene messa in evidenza una particolare realtà sessuale molto diffusa, ancora oggi, nel mondo gay.
Paradossalmente mi rendo conto che per parlare della sessualità maschile occorre partire dalle lotte per l'affermazione e la liberazione del corpo, ostaggio della società e dell'uomo, da parte delle donne. Ho bisogno di prendere molto alla lontana il discorso della sessualità maschile perché, a mio avviso, i maschi non hanno mai sentito la necessità, in quanto autoproclamatosi padroni del mondo, di confrontarsi con la propria sessualità e le proprie identità.
La rivoluzione femminista, il rifiuto del corpo oggetto, la rivendicazione del proprio corpo e del proprio intelletto, l'autodeterminazione, le rivendicazioni sociali, culturali, ideologiche, sessuali e politiche hanno permesso alle donne di raggiungere una profonda consapevolezza legata all'importanza del riconoscimento della propria sessualità.
Consapevolezza mai raggiunta dall'uomo a causa di una profonda immaturità intellettuale e del suo considerare il sesso come forma di potere e di dominio oltre che di mediocre esaltazione del proprio ego.
Mi preme dire che le mie sono tutte considerazioni estremamente personali, libere da ogni tipo di preconcetto e/o indottrinamento machista, sto solo cercando di affrontare quello che per me è divenuto un problema reale di fallocrazia generalizzata. Viviamo in un mondo in cui tutto è scelto e deciso in base a logiche sessuali intese non come mero piacere ma come forma di dominio del maschio su tutti gli altri generi e/o specie (e con questo intendo anche la violenza del maschio non solo su altri esseri umani ma anche su tutti gli esseri viventi).
Il pene regna.
Mi premeva parlare di femminismo e delle lotte portate avanti dalle donne anche per altri motivi. Il primo è che tali lotte sono state, ovviamente, violentemente combattute dal maschio per impedire che divenissero ideologie largamente praticabili. Si è insinuato nella società il virus dell'assoggettamento al volere maschile, lo si è fatto in un modo subdolo attraverso, soprattutto, i principali mezzi di comunicazione tanto che oggi buona parte delle ragazze, soprattutto fra le più giovani, pensa che indipendenza significhi essere uguali al maschio (non tutte per fortuna e ci tengo a sottolineare che la resistenza femminile anche fra le giovanissime, pur avvenendo con metodologie diverse rispetto a trent'anni fa, esiste ancora ed è praticata). In secondo luogo mi serviva per affermare liberamente, anche se non dovrebbe essercene bisogno, che la sessualità femminile e quella maschile sono estremamente diverse.
Purtroppo non si può dire la stessa cosa fra maschio eterosessuale e maschio omosessuale.
Parlare di libertà sessuale all'interno del mondo omosessuale è dannatamente difficile perché si rischia, ogni volta che si toccano le ipocrisie quotidiane di buona parte della comunità, di sollevare un polverone e di venire etichettati come bacchettoni.
Il problema è che, sempre secondo la mia visione dei fatti, c'è una bella differenza fra libertà sessuale e libertà di scopare.
La libertà sessuale, e le donne lo hanno capito, passa solo in parte dal corpo. È un concetto più profondo, difficile, utopico forse ma terribilmente affascinante e intellettualmente stimolante.
Nei due film di cui ho parlato in precedenza, per esempio, si spaccia per libertà e indipendenza la possibilità di avere rapporti sessuali in libertà.
Non ho nulla contro il sesso, non sono legato all'idea romantica, se fatto tra due persone consenzienti trovo che ci possano essere ben pochi limiti e poi credo, come affermava kinsey, che la sessualità sia in continua evoluzione.
Proprio come l'intelletto.
Nessuna linea retta quindi, nessun facile e ipocrita moralismo.
Ma quando il sesso diviene una sorta di atto bulimico, un gesto meccanico, l'unica idea che ci spinge a compiere qualsiasi azione della giornata allora non stiamo più parlando di una sessualità matura e libera. Diveniamo, inconsapevolmente, schiavi del nostro pene (ancora di più di quello che già siamo) e delle nostre pulsioni.
Ho notato, nel corso degli anni, una certa insofferenza nei maschi omosessuali a parlare di luoghi e sesso. Come ho già detto sono cose che si fanno e di cui non si parla.
In questo caso, al di la' dei gusti sessuali, direi che fra omosessuali ed eterosessuali c'è un elemento in comune e uno estremamente differente. Quello in comune è, ovviamente, che il maschio è maschio, che sia eterosessuale o omosessuale (e mi scuso se tendo a generalizzare) è spinto da un idea comune che è quella di soddisfare le proprie esigenze e i propri bisogni.
L'elemento di maggiore diversità è che il maschio omosessuale si trova a portare avanti una partita con un essere ideologicamente molto simile a se', c'è un approccio sessuale con elementi conosciuti, una “libertà” di azione più ampia rispetto a quella che il maschio eterosessuale si trova ad avere nel rapporto con una donna e non perché una donna non possa desiderare solo il sesso, non mi permetto di dire questo, ma penso che il retaggio culturale a cui è sottoposto il maschio (lo ribadisco: il maschio e non la donna) lo spinga a farsi molti più scrupoli rispetto ad un omosessuale. Questo potrebbe anche essere alla base di una certa violenza, la repressione sessuale di molti maschi sfoga poi in atti non controllati. Esistono anche luoghi di scambio sessuale eterosessuale: scambismo, battuage, locali ma sono sempre minori rispetto al fenomeno omosessuale. Credo che per il maschio eterosessuale sia molto più facile scegliere di pagare per sfogare i propri istinti piuttosto che doversi confrontare alla pari con una persona di sesso opposto.
Come dicevo non pretendo certo di esaurire un argomento così complesso in poche parole e continuare a parlare in modo così generalizzato non aiuta e non fa bene a nessuno.
Il vero problema è che il sesso continua ad essere un argomento di cui si parla pochissimo da un punto di vista sociologico, siamo così spaventat* dalla sessualità, abbiamo interiorizzato così tanto il senso del peccato che preferiamo rimanere nell'ignoranza piuttosto che affrontare l'argomento. Trovo, purtroppo, che, soprattutto nel mondo omosessuale maschile, si perdano continuamente occasioni utili alla discussione, l'interesse legato allo studio delle sessualità e del sesso, le ricerche e le pubblicazioni (in Italia) sono ancora troppo poche e sia per motivi di ipocrisia sia per motivi di interesse (e torno a ribadire il ruolo di arcigay nel mondo della fasulla libertà sessuale di dark, saune, locali ecc...) l'argomento è poco apprezzato e approfondito. Peccato perché potrebbe essere stimolante occuparsi di giusta e corretta sessualità anche per aiutare le nuove generazioni a non essere succubi di una mentalità fallocentrica, utile anche per costruire una nuova idea di sessualità. Il sesso, come ogni cosa, può essere uno strumento piacevole, di conoscenza, a volte usato con leggerezza (non con stupidità però), altre per divenire parte di un elemento più vasto, divertente, gioioso. Ma, allo stesso modo, può essere anche uno strumento di violenza, di repressione, di assoggettamento. E poi può divenire un tarlo che ci rende schiavi al punto da annullare ogni altra cosa e a spingerci a strisciare nel buio in cerca di un orgasmo.
Ancora una volta credo che potremmo imparare molto dalle ideologie delle differenze. Peccato che sempre più spesso si tenda a rifiutarle.

venerdì 5 febbraio 2010

PERMESSO DI SOGGIORNO A PUNTI: LE NUOVE FRONTIERE DEL REALITY SHOW

Italia 2010, i ministri dell'Interno e del Welfare, Roberto Maroni e Maurizio Sacconi, lanciano l'idea del permesso di soggiorno a punti. Una sorta di grande gioco di società, un reality game alla fine del quale qualcuno verrà espulso, qualcuno vincerà l'ambito premio (e verrà invitato ogni domenica su canale 5 in qualità di "opinionista").
Lo show andrà in onda su tutto il territorio nazionale e durerà due anni. Lo straniero dovrà obbligatoriamente stipulare un "accordo di integrazione" in base al quale si impegnerà a raggiungere determinati obiettivi nell'arco di validità del permesso di soggiorno, cioè un biennio.
L'immigrato dovrà dunque dimostrare di conoscere la lingua italiana e la nostra Costituzione, iscriversi al servizio sanitario nazionale ed essere titolare di regolare contratto abitativo (immediate le reazioni degli "italianissimi", i quali  non sono certo più bravi con l'italiano e meno che mai hanno letto la Costituzione: 'perchè a noi no e a loro sì?'; i locatori in nero insorgono: "così ci rovinate"; il Popolo Viola svela l'inganno: "gli faranno imparare la Costituzione per poi distruggerla e dire: sbagliato, sei stato eliminato").
Come in un gioco a premi, il raggiungimento dei suddetti obiettivi comporterà un certo punteggio che, in caso di risposta errata, verrà sottratto al montepremi finale.
Al termine dei due anni gli stranieri dovranno aver ottenuto un punteggio non inferiore a 30; nel caso contrario otterranno un ulteriore anno di "bonus" per poter salire in classifica, ovvero arrivare alla quota di crediti richiesta, pena l'espulsione [prima però verrà aperto un televoto attraverso il quale verrà data al pubblico a casa l'opportunità di salvare uno dei concorrenti (ma vincerà sicuramente Kledi)].
Conduce Mario Borghezio: "Noi ai clandestini bastardi gli diamo il mille per mille di calci in culo". Altro che 30 punti: mille, mille!
"È la legge sulla sicurezza - ha ricordato il ministro Maroni - che parla di specifici obiettivi da raggiungere nel giro di due anni con una valutazione da parte degli Sportelli unici per l'immigrazione. Se gli obiettivi sono stati raggiunti verrà concesso il permesso di soggiorno, altrimenti ci sarà l'espulsione". Con tale sistema si intende favorire l'integrazione, ha proseguito il ministro, in quanto "io ti suggerisco le cose da fare per integrarti nella comunità. Se le fai ti do il permesso di soggiorno, se non le fai significa che non vuoi integrarti". 
(Petto o coscia? 
-Coscia
Peccato, è tutto petto). 
Riguardo i corsi di lingua et similia, assicurano Maroni e Sacconi, "non chiederemo soldi agli immigrati, faremo tutto noi, anche per garantire standard uniformi in tutte le province ed avere tutto sotto controllo". (Dalla parte degli immigrati si leva un lamento: "va bene tutto, ma non date le scuole di italiano per gli stranieri in mano alla Gelmini!").

mercoledì 3 febbraio 2010

Viaggio del migrante





DA QUI SI COMINCIA!
Non so se vi è mai capitato di mettere le dita nel barattolo della Nutella da piccoli e poi interrogati da vostra madre, non avete avuto il coraggio di confessare il misfatto, a quel punto c’è chi nega, chi cambia discorso o chi decide che infondo incolpare il figlio del vicino può essere credibile e senza troppe conseguenze. C’è poi chi questa strategia continua a metterla in atto per anni arrivando a nascondere interi barattoli sotto il letto e inventando strane storie sul figlio del vicino per non destare sospetti. Fino a quando, con le dita tutte sporche ed ogni genere di provviste rubate, nascoste in ogni luogo, riesce a non farsi più vedere dalla madre, troppo occupata ad arrabbiarsi col vicino perché: “che razza di educazione dava a quel figlio?!” e ad escogitare metodi per chiudere casa sua agli estranei.
Poniamo il caso che il bambino che mette le dita nel barattolo fosse un candidato qualsiasi in un nostro comune, regione o addirittura governo chi sarebbe il figlio del vicino? Quale sarebbe la sua strategia per non farci più vedere le sue dita sporche e le provviste rubate da anni? In quest’ipotetico  caso noi cosa sceglieremmo?
Questo è lo strano ragionamento che facevo ieri, seduta in un multisala bolognese qualunque, mentre aspettando l’inizio del film: davano uno spot per le regionali, la campagna del candidato era sulla legalità (parola che ormai appartiene ai politici come la pace nel mondo ai discorsi di miss Italia), ebbene, il punto nevralgico era rispettare finalmente sto cavolo di reato di clandestinità, un po’ vaso di Pandora nella prima ridente e “bianca” Emilia.
A chi polemizza contro queste campagne definendole razziste, in politichese gli si risponde che si parla di immigrazione clandestina come reato e non si contesta l’immigrazione regolare, il che equivale a dire che se ti trovi in una casa in cui c’è una fuga di gas, stai per morire e tenteresti di scappare anche buttandoti dal balcone devi stare fermo e contattare qualcuno che ti faccia un regolare contratto d’affitto in un altro stabile prima di poter uscire; chi di noi non lo farebbe?! Chi di noi non tenterebbe ogni mezzo di fuga da un paese che in cui non hai prospettive di vita? E’ possibile azzardarsi a chiamare questo reato?
Come mai in nessun dibattito televisivo si accenna a quanto sia necessaria la diversità per far crescere un paese; lo vediamo ogni giorno perché con la nostra chiusura questo paese invecchia in sonnolenti retoriche. E’ dalla ricchezza, dallo scambio che si crea e di questo credo che ne abbiamo esperienza tutti.
La settimana scorsa, mentre in una gelida piazza Nettuno, qualcuno si stringeva per manifestare contro l’espulsione dei migranti a Rosarno, abbiamo visto un commovente striscione che recitava una frase: “Diverso, perché? Straniero, dove? Altro, quando? Siamo tutti parte del medesimo respiro!”; mi piacerebbe vedere tra qualche anno un’Italia che riesce a dirsi con ironia e saggezza: “Diverso, straniero, altro?...Mbè?”

Da qui parte la nostra prima inchiesta, siamo convinti che il nostro primo strumento di lotta sia la conoscenza, quella che attinge da più fonti possibili, quella che non si esaurisce mai e che ascolta tutti perché non ne ha paura.
Quindi partiamo armandoci di qualsiasi strumento ci possa servire: impareremo le leggi, ascolteremo voci sconosciute, percorreremo insieme le strade della nostra Bologna e ci arricchiremo delle immagini di tutti coloro che ci aiuteranno.
Invitiamo tutti a incuriosirsi, scrivere e partecipare.
Questo è il nostro punto di partenza, Alice presto riuscirà a raccontare con cosa ci stiamo sporcando le mani, speriamo riuscirà anche a parlare di tutte le nostre emozioni mentre guarderemo il mondo di cui scatteremo mille fotografie da altrettanti punti di vista.
Da qui si comincia…
  


ITALIANI NERI

Scaldiamo i motori, in attesa di partire con la nostra prima inchiesta, Alice vi propone l'intervista doppia, targata ovviamente "Le Iene", a Stefano e Stefania Okaka. Sono neri eppure sono italianissimi. L'equazione vi torna o "non esistono negri italiani"?


martedì 2 febbraio 2010

Mazze, palle e uomini veri!



Ok il titolo è equivocabile...ma che ci volete fare, succede!
Parliamo un po' di sport... scendendo nel dettaglio:Football Americano e Super Bowl!
Ma cos'è sto super bowl?
Altro non è se non l'evento sportivo più atteso e seguito d'america con una media di 85 milioni di spettatori, l'incontro che decreta il vincitore della National Football League, la lega professionistica statunitense di FootBall Americano, l'evento che paralizza su poltrone seggiole sedie tappeti e sgabelli giovani e adulti in tutti gli USA.
Vista la portata dell'audiance dell'evento gli emittenti televisivi statunitensi si alternano nel trasmetterlo (evviva la par condicio). Vi lascio solo immaginare la sanguinosa battaglia a colpi di dollaroni che ogni anno si scatena fra associazioni e aziende per accaparrarsi uno spazio pubblicitario durante i break della partita, il tutto alla modica cifra di circa 2.5 milioni di dollari per uno spot di 30 secondi.
Fra i vincitori della guerra pubblicitaria di quest'anno c'è anche lo spot di Mencrunch, un sito di appuntamenti gay, in cui due ragazzi intenti a guardare una partita si sfiorano la mano prendendo delle patatine cosa che, accompagnata da una musichetta romantica e plateale, fa scatenare fra loro una travolgente passione il tutto in chiave mooolto ironica. O meglio...c'era!
Come mai questa correzione di tempo verbale? Bhe perchè la Cbs, emittente a cui quest'anno spetta l'onore e il guadagno di trasmettere l'evento, ha pensato bene di bloccare la messa in onda dello spot e di sostituirlo con una pubblicità pro-life, ovvero contro l'aborto, cosa che ha ovviamente alzato una forte polemica da parte di associazioni femministe, pro-choise e LGBT...cosa per altro condivisibile.
Che dire, c'è poco spazio per un bacio gay durante la diretta di una partita di football americano piena di veri maschi rudi e sudati e tanto per messaggi assolutamente poco plebiscitari e forse, lasciatemelo dire, alquanto moralisti?
Proverò a leggere sul galateo se è poco di classe della sana ironia e un banale bacio.
Nel frattempo resto perplesso!

Testa o Croce?

Nord o Sud? Scegliere o non scegliere? Informarsi o non informarsi? Sapere o sconoscere? Mafia o Antimafia? Poche semplici domande per capire se si è interessati a questa rubrica, a questo libero spazio.

La prima. Nord o Sud? Semplicemente entrambi. Testa o croce perché a volte è il fato che determina il corso degli eventi. Altre volte invece sono gli uomini che si costruiscono il fato ed esportano da una parte all’altra del paese stranezze, malcostume, penombre. Ma gli uomini riescono a fare molto di più. Le esportano e riescono a nasconderle dietro “bei manufatti”. E dal sud al nord le cose sembrano essere diverse. Sembrano.

La seconda. Scegliere o non scegliere?
La strada più facile è lasciare che il corso degli eventi prosegua senza questo problema. Più semplicemente non scegliere. Sarebbe il solito fato. Però sarebbe troppo facile lasciarci guidare dalla nostra apatia, dalla nostra indifferenza e dalla nostra debolezza. Altro è invece scegliere di scegliere. Risvegliare la mente per decidere da che parte stare. Essere vivi.

La terza. Informarsi o non informarsi? Accendere un computer per giocare oppure aprire un giornale per risolvere le parole crociate. L’alternativa sono le nostre pagine di controinformazione, i nostri video, le nostre inchieste. In questo caso tocca a voi scegliere. Se alla seconda (ndr) avete scelto di scegliere questa non vi verrà tanto difficile. (Contro)informarsi.

La quarta. Sapere o ignorare? Non solo nozioni. “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenza”, lo diceva anche Dante, suvvia! Perché se conosci non pieghi la schiena. Se impari a conoscere tiri dritto per la tua strada, guardando in alto. Ce lo hanno insegnato in tanti, a volte pagando anche con la vita. Peppino Impastato, per esempio. Morto ammazzato sotto i colpi di Cosa Nostra perché sapeva chi erano i padroni della sua città, e li sbeffeggiava. Gli altri sapevano e stavano zitti. Sapere e tacere è un non saper vivere. Noi la nostra scelta l’abbiamo già fatta.

L’ultima.  La più importante; ma se siete arrivati in fondo forse vi interessa veramente. Mafia o Antimafia? Perché la mafia non è solo al sud. Perché la mafia si nasconde fra i nostri politici; fra gli imprenditori delle ricche città del nord. Perché qui al nord la mafia non spara. Ma brucia un sacco. Poi c’è l’Antimafia; e quella è già più difficile da trovare. Quella vera, quella dei fatti oltre che delle parole, fortunatamente esiste al nord come al sud. Forse è solo da unire in un unico grido di rabbia, e per poterlo fare abbiamo bisogno di tutti noi.
Noi iniziamo da qua!
Scegli, testa o croce?!

lunedì 1 febbraio 2010

Green Attitude (?)

"Scusa eh, ma se dovesssi scegliere, salveresti un bambino o un orso polare??". STOP. Cambio domanda. Una cosa non esclude l'altra. Ovviamente se dovessi scegliere salverei il bambino, ma perché scegliere? Personalmente li salverei entrambi.

Cos'è l'ambiente? Perché "torna" di moda ultimamente? Sono davvero due argomenti distinti quando si parla di esseri umani e di natura? è proprio quello che cercheremo di capire e di cui cercheremo di discutere attraverso questa rubrica.

La sfida ambientale che attraverseremo durante il XXIesimo secolo non è unicamente un problema per "ambientalisti" o "animalisti", ma una questione sociale, ecomomica e politica che ci riguarda nella vita di tutti i giorni.

L'ambiente è Scienza. La Scienza è Sapere, Conoscenza. La Conoscenza è Verità. La Verità è quella che Adamo ed Eva ( poco scientifici in effetti..) hanno ottenuto con la mela, a scapito dell'immortalità.
Quindi la prima cosa è CAPIRE il pianeta, CAPIRE cosa lega l'uomo alla natura.

Forse lo sbaglio più grosso è pensare che occuparsi dell'ecologia è fare un favore al nostro fragile pianeta. Ahimè non è cosi semplice, avere un atteggiamento "green" è innazitutto fare un favore agli esseri umani, il pianeta anche senza di noi, e soprattutto anche se cambia il clima, va avanti e la vita sulla terra pure ( ce lo insegnano, tra l'altro, i dinosauri ).
Come dice il filosofo/scienziato Pascal " L'Homme n'est qu'un roseau, le plus faible de la nature, mais c'est un roseau pensant " ( L'Uomo è come una canna ( l'albero, per intenderci..), il più debole della natura, ma è una canna pensante ). Ed è proprio perché siamo "pensanti" che dobbiamo "pensare" al fatto che siamo cosi fragili e vulnerabili.

Concludo con il trailer del film-documentario "Home" che ha fatto scalpore in Francia (non ci sono i sottottoli in italiano, purtroppo il film, stranamente o forse non cosi stranamente, non è uscito in Italia ), che vi invito a guardare.

Alice Boum © www.Blogger.com changed Un Blog di Disobbedienza Creativa by http://aliceboum.blogspot.com