mercoledì 7 luglio 2010

Prendiamo esempio dai...Galletti!

Quando il 18 giugno 1940 il generale Charles de Gaulle, attraverso un'emittente radiofonica inglese, chiamò e invitò tutti i francesi ad opporsi all'invasione nazista e alla conseguente collaborazione dell'allora nuovo governo collaborazionista del maresciallo Pétain, la Francia iniziò un lungo periodo di resistenza che, con il successivo aiuto degli alleati, portò alla liberazione della Francia nel 1944. De Gaulle si incaricò di formare un nuovo governo e divenne poi anche Presidente della Repubblica ( 1958-1969 ).

Egli era un uomo di destra, aveva un vero e proprio amore per la Francia, e viene considerato inequivocabilmente il primo e maggior "antifascista" francese. Divenne, e lo è tutt'ora una sorta di idolo nazionale, e tutti i francesi, a prescindere dall'orientamento politico lo ricordano come colui che liberò la Francia ( il principale aeroporto di Parigi gli è stato intitolato dopo la sua morte ). Gli unici che hanno da sempre un dente avvelenato verso di lui sono i cosidetti "fascisti" francesi, per via della guerra ovviamente, ma anche perché De Gaulle ebbe la "strana idea" di concedere l'indipendenza all'Algeria ( colonia francese fino al 1962, appunto ) dopo una lunga guerra durata circa 12 anni. Intollerabile per un nazionalista!

Questi stessi personaggi, che vanno dal maresciallo Pétain a Jean-Marie Le Pen, attuale leader del "Front National", partito di estrema destra e antieuropeista francese, sono da sempre considerati, per lo meno da coloro che hanno un minimo di valori, un pericolo per la Francia, e MAI un loro esponente ha fatto parte del governo nazionale e soprattutto MAI un esponente della destra moderata francese ha stabilito accordi con loro ( anche se poteva essere conveniente per governare ).

Perché tutta questa storiella di politica transalpina?

Forse perché, dando un'occhiata ai nostri cugini francesi, ci accorgiamo di quanto la destra italiana sia patetica, isolata rispetto alle destre europee e soprattutto di cosa sia capace di fare pur di essere al governo..vero Silvio?

La destra in Italia, va dai pseudo-cristiani ciellini ai filo-fascisti, dichiarati e orgogliosi. Com'è possibile che un paese che ha vissuto il Fascismo, che ha vissuto una dittatura con libertà individuali, politiche, giuridiche e soprattutto mediatiche totalmente cancellate, non abbia MAI realmente stabilito cosa e chi fosse dalla parte del giusto e chi no? Se è vero che non è sempre facile, e a volte anche soggettivo, fare queste considerazioni, non è altrettanto normale che nel 2010 non sia ancora ben chiaro in Italia se il fascismo fu un regime negativo o no. La Germania e la Francia hanno fatto un esame di coscienza, l'Italia no! E soprattutto la destra italiana no.
E perchè l'Italia no? Non lo so, ma sicuramente il fatto che ora ci siano al governo personaggi che in passato porgevano con fierezza il loro saluto romano e sbandieravano bandiere con celtiche e segni vari non è normale. Capitasse in Francia..! é vero, il fascismo è bandito dalla costituzione, ma c'è da chiedersi allora il perché alla domanda " lei è antifascista?" politici, anzi ministri, come La Russa non trovano il tempo ( o il coraggio ) di rispondere, o come disse Berlusconi " Non ho tempo da perdere con queste stupidate ". Capitasse in Francia..! Il Presidente Sarkozy, non certo di sinistra ( anzi ) e dai modi a volte un po' troppo autoritari ( in patria viene considerato a volte un po' fascistello e a volte un po'...Berlusconi! poverino..),si considera l'erede di De Gaulle, e di conseguenza il suo NO al fascismo e/o a ideologie simili è perentorio.

In aggiunta, la bellissima e solidissima ( ma inspiegabile ) alleanza tra Berlusconi e la Lega Nord, che oltre ad essere contraddittoria ( vedi la differenza di base tra i sostenitori della "Roma statalista e centro d'Italia" e della " Padania federalista anti-terroni" ) è un altro esempio di quanto la "nostra" destra italiani sia una vera vergogna. Perché se i leghisti sono tutt'altro che fascisti,  sono tuttavia una (estrema ) destra, populista xenofoba e permettemi, pericolosa. E i discorsi contro l'Europa, contro gli stranieri e soprattutto di un populismo da fare invidia al Fuhrer, sono del tutto assimilabili a quelli del vecchio Le Pen, anche se quest'ultimo, nonostante gridi a ogni comizio "La France aux français" ( La Francia ai francesi ), non si è ancora permesso, o meglio non ha ancora osato proporre metropolitane per soli francesi "bianchi e crisitiani", come fece recentemente l'ex europarlamentare leghista Salvini ). Non è un caso che la Lega sia "alleata" con tutti i partiti di estrema destra ( austriaco, olandese ecc) al parlamento europeo..Inoltre, e forse la cosa più inquietante e tragica per questo paese è che i nostri sono al governo. Perché di personaggi squallidi e pericolosi ogni paese ne ha un repertorio più o meno ampio, ma che questi siano al potere e siano (teoricamente) l'esempio da seguire, beh credo che l'Italia sia uno degli unici esempi in Europa.

Cara Italia, con tutto l'amore che ho per te e nonostante le forti rivalità (culinarie, calcistiche, culturali ecc..)coi nostri cugini d'oltralpe, ti invito a prendere spunto dai "galletti", per mandare a casa, al più presto, questi orrendi personaggi che stanno infangando un paese un tempo meraviglioso.

domenica 4 luglio 2010

DA POMIGLIANO ALL’ASINARA, ALLE PRESE CON LA FISICA E I VASI COMUNICANTI


Qualche settimana fa Eugenio Scalfari spiegava su Repubblica la teoria dei vasi comunicanti applicata al caso Pomigliano: in sintesi, nel mercato globale le differenze in materia di salari e diritti dei lavoratori sono destinate ad assottigliarsi. Questo, almeno in un primo momento, sarà possibile solo a spese dei paesi in cui si gode di maggiori diritti. Per cui se la Fiat può  produrre con  costi molto più bassi in Polonia, è consequenziale che per mantenere uno stabilimento in Italia chieda di sacrificare, diritti di cui godono gli operai italiani, come lo sciopero e le malattie.
Ora, secondo Scalfari, se questo è vero a livello internazionale, dovrebbe esserlo anche nello stesso paese: la teoria dei vasi comunicanti dovrebbe portare all’assottigliarsi delle differenze economiche e sociali tra “chi sta meglio” e “chi sta peggio”.
Stranamente questa teoria sembra non essere alla base delle manovre economiche del nostro governo, né nell’agenda politica dell’opposizione se non come pura propaganda.
Tuttavia, in alcuni casi, se dall’alto non c’è nessuno che ci pensa, c’è chi con molta ironia tenta di velocizzare questi meccanismi.
Ve li ricordate i “concorrenti” dell’Isola dei Cassintegrati?
Chi di noi ha risposto si è qualcuno a cui è capitato di comprare un quotidiano e andare oltre la prima decina di pagine, o chi ha visto qualche sporadico programma Rai che ne parlava.
Ebbene, questo nutrito gruppo di cassintegrati della Vinyls che da mesi ha occupato l’Isola dell’Asinara; noncuranti del silenzio dei media e ancor di più delle istituzioni, continua ad escogitare, con straordinaria creatività e perseveranza metodi per farsi ascoltare; anzi, permettetemi di sottolinearlo, metodi nonviolenti per farsi ascoltare.
Eccoli nella loro trasferta a Porto Cervo: cinque macchine partono dall’Asinara, a bordo all’apparenza classici turistici pronti a mimetizzarsi con i tanti della Costa più costosa e ostentata della Sardegna, quella che mostrano ogni giorno dopo Studio Aperto; quella dove i maggiori titolari dell’informazione nazionale sono appostati con la speranza di fotografare adipe clandestino sulla coscia della bella di turno, quella!
Arrivano mimetizzati per non dare nell’occhio, eppure la polizia era lì ad aspettarli, si accorgono che in qualche modo le notizie escono dall’Isola.
Poco dopo indossano tuta blu e casco, in netto contrasto con il color smeraldo della costa; alcuni tentano di piantare delle croci bianche, altri portano con sé una bandiera delle isole Cayman (paradiso degli evasori fiscali) e le danno fuoco; altri infine, impiccano ad un albero il fantoccio di un operaio con la maglia dell’ENI e intonano un NON MOLLEREMO MAI che attualmente accomuna studenti, operai e ricercatori.
Ecco la sintesi della prima gita fuori porta dei nostri concorrenti, in alcuni momenti si sono temuti scontri con la polizia, ma l’unico danno collaterale sono stati i “very important” turisti che impauriti sono stati costretti a raggiungere i loro alberghi.
Come ogni vera gita fuori porta, il tutto è finito con  caffè e panino che a Porto Cervo, costano quanto un giorno di paga dei nostri concorrenti!
Mi chiedo se tornando all’Isola dell’Asinara i nostri Cassintegrati si siano accorti di aver simulato un esperimento di fisica applicata!

A seguire uno dei video che si possono trovare su internet:

venerdì 2 luglio 2010

LA STORIA INFINITA

Ciao Alice, lo sapevi che lo scorso 25 giugno è stato il 60mo anniversario della guerra di Corea? Quando l’ho saputo, mi sono detto: possibile che non so quasi nulla di quella guerra, e sull’attuale situazione delle due Coree? Quindi mi sono messo a fare qualche ricerca e credimi, quella storia è veramente tragica. E lo è altrettanto la situazione attuale.

La guerra di Corea ebbe inizio il 25 giugno del 1950, durò circa 3 anni, e si concluse il 27 luglio del 1953. Causò circa 2 milioni di morti, e 4 milioni di vittime, contando feriti e dispersi, di cui circa la metà erano civili. Parteciparono attivamente gli Usa, l’URSS e la Cina, ma anche altri Paesi nel contesto della neonata ONU. Una guerra che marcò un punto di non ritorno nell’inasprimento della guerra fredda, che portò alla definitiva divisione delle due Coree (cosi come le conosciamo oggi) e che significò un crescendo di violenza tra i due blocchi in collisione (Usa ed Urss), entrambi alla ricerca di estendere le proprie aree di influenza. La Cina, determinante negli aiuti forniti alla Corea del Nord (d'ora in poi CdN), rimase (quasi) al margine. Fu l’ultimo conflitto armato “caldo” di grandi proporzioni dopo la seconda guerra mondiale e spinse gli Usa a firmare il Trattato di pace con il Giappone nel 1951; a stipulare il Patto di sicurezza nel Pacifico con Australia e Nuova Zelanda; a propiziare il riarmo della Germania ed a concedere aiuti economici alla Spagna franchista ed alla Jugoslavia, in rotta con l’URSS. Iniziava cosi, con forza, la guerra “fredda”(tecnicamente era iniziata nel 1945-47), anche se su questo punto non c’è accordo tra gli storici.

Attualmente le due Coree sono ancora divise. I rapporti hanno subito alti e bassi negli ultimi anni. Infatti erano molto migliorati dopo la morte di Kim Il Sung (fondatore della CdN) avvenuta nel 1994, e la successiva presa di potere del figlio Kim Jong-Il nel 1997. Si è arrivati cosi al primo vertice Nord-Sud nel giugno del 2000, che riapriva il dialogo tra le due Coree. Dopo l’11 settembre 2001 Seul decide di inasprire le misure di sicurezza verso Pyongyang, che lo reputa come un’ostilità. Poi, Kim Jong-Il, decide di riattivare il programma nucleare con fini militari (abbandonando il Trattato di Non-Proliferazione – TNP - nel 2003) ed esegue il primo test nucleare nel ottobre 2006.

Molti analisti sostengono che la strategia nucleare sia stata per la CdN da una parte un deterrente nei confronti di eventuali tentativi di aggressione, dall’altra, un modo per chiamare l’attenzione degli Usa e spingere cosi verso trattati che limitino i danni del pesante isolamento economico di cui sono oggetto. Infatti nel dicembre dello stesso anno, si riprendono le conversazioni multilaterali a Pechino con l’obiettivo di porre fine al programma nucleare di Pyongyang in cambio di aiuti economici. Verso febbraio 2007 si firmerà un accordo per realizzare questi obiettivi.

Si arriva cosi al 4 ottobre 2007 data in cui le due Coree firmano la Dichiarazione di “Pace e Prosperità”, riprendendo gli accordi del 2000, al fine di costruire una pace duratura e (possibilmente) permanente, oltre ad accordi di scambio commerciale (fondamentali per il Nord). Si è perfino arrivati a parlare della riunificazione delle Coree, anche se questa prospettiva è realisticamente molto lontana, oggi più che mai. Infatti, al fine di riattivare il “dialogo” con gli Usa – sempre per attenuare la crisi economica e le sanzioni imposte dall’ONU nel 2008 - Kim Jong-Il lancerà, soltanto 4 mesi dopo l’arrivo di Obama alla Presidenza Usa, il suo secondo test nucleare nel maggio 2009.

Forse avevi sentito dire, Alice, che ultimamente CdN aveva bombardato la  Corvetta militare “Cheonan” della Corea del Sud (CdS), lo scorso 26 marzo 2010. Ebbene questa situazione ha portato ad un crescendo di tensione, proprio alla vigilia del 60mo anniversario della guerra di Corea. La situazione è molto grave ancora oggi, e non sappiamo se si riuscirà a ricucire questa situazione nel breve periodo. Seul ha manifestato perfino l’intenzione di arrivare fino al Consiglio di Sicurezza dell’ONU per ulteriori sanzioni, anche se il Nord continua a negare le proprie responsabilità nei fatti. Ecco fin qui l’informazione sembra essere la stessa che abbiamo tutti.

Ma risulta che ho appreso dal sito www.telesurtv.net - un progetto di informazione nato recentemente da un accordo tra Argentina, Brasile, Venezuela e Cuba (per cui parliamo di un sito serio, non di informazioni lanciate con leggerezza da chiunque) – ecco ho appreso che Pyongyang non ha le tecnologie di “missili fantasma” che possano non essere captati dai radar delle navi della CdS, e quindi accusano gli Usa di aver deliberatamente posizionato una mina esplosiva all’interno della Corvetta, al fine di accrescere le tensioni tra le due Coree.

Noi non sappiamo quale possa essere la verità. Quello che però chiediamo, Alice, e che i vari attori in gioco capiscano che la posta in gioco è troppo alta e che non è possibile andare avanti a suon di minacce e provocazioni. A tutti i responsabili del processo di pace in quella zona (specialmente Cina ed Usa) chiediamo un atteggiamento responsabile, chiediamo di iniziare a costruire la pace oggi, altrimenti il prezzo da pagare domani sarà troppo alto. E potrebbe esserlo per il mondo intero, non soltanto per le due Coree. Bisogna lavorare oggi per il disarmo nucleare totale a livello mondiale, senza se e senza ma!



mercoledì 30 giugno 2010

Marcello Dell’Utri, ovvero come stare dentro la notizia

Caso Dell’Utri: ieri era notizia, oggi appena una doverosa eco. Domani sarà carta straccia, roba dimenticata. I giornali che ne hanno parlato, se va bene, finiranno nella raccolta differenziata, e se va male, nei rifiuti generici.
‘Bisogna stare nella notizia’, è una cosa che i giornalisti ripetono spesso, forse è la prima cosa che un giornalista o aspirante tale dovrebbe imparare e che, in effetti, spesso impara. Quello che però altrettanto spesso non si impara è quale sia la notizia. Prendiamo il caso della sentenza Dell’Utri. La notizia, da manuale, è la condanna del Senatore - confermata in parte, e in parte modificata – per concorso esterno in associazione mafiosa per i fatti accaduti sino al 1992. La notizia, allora, è che la corte d'appello, con questa sentenza, ha ritenuto che Dell'Utri intrattenne stretti rapporti con le vecchie organizzazioni mafiose facenti capo a certi signori, un tantino cattivelli, pare. Tali Stefano Bontade, Totò Riina, Bernardo Provenzano e un certo Vittorio Mangano (voci dicono che quest’ultimo stia, però, anelando alla santità). Il tutto, si badi, solo ed esclusivamente fino al 1992.
Beh, questa è senza dubbio una notizia. Che un uomo, oggi senatore, e in generale da tempo inserito in posizione strategica nella vita economica e politica dello Stato italiano, sia l’anello di congiunzione tra la mafia e, mettiamola così, un certo tessuto produttivo del sistema italiano, eccome se è una notizia. Si potrebbe obiettare che non è nuovissima come notizia (la sentenza di primo grado ce lo aveva già consegnato come “colpevole”), ma tant’è…sempre notizia è! Poi, certo, è necessario riflettere sulla sentenza di questi giorni. La corte d’appello, infatti, a differenza di quanto stabilito dalla corte palermitana, dichiara l’imputato non colpevole per i reati contestati dopo il 1992 (perché “il fatto non sussiste”) e riduce la pena da nove a sette anni.
Eh sì, pure questa è una notizia. E che notizia! Per alcuni (leggi “Tg1”) diventa ‘La notizia’…beh certo, liberamente interpretata da Minzolini e dalla sua clak. Diciamo che Dell’Utri, secondo i professionisti del Tg1, è stato praticamente quasi assolto. “La corte d’appello non ha creduto alla tesi della pubblica accusa” – sono le parole dell’inviata – “che aveva chiesto undici anni per Marcello Dell’Utri, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. Sette anni, ma per i fatti accaduti dopo il 1992 Dell’Utri è stato assolto. I giudici non hanno creduto alle dichiarazioni di pentiti come Gaspare Spatuzza (…). Una costruzione accusatoria spazzata via dalla sentenza di oggi (29 giugno 2010, n.d.r). Una doccia fredda per il sostituto procuratore generale Antonino Gatto”. Questa la notizia del Tg1.
 Poi ci sono i commenti alla sentenza/notizia. I legali del Senatore sottolineano che con la sentenza “l’alone di mafiosità complessiva del sistema politico-istituzionale del nostro Paese dal ’92 in poi è assolutamente superato”.
“Sentenza pilatesca”, “il contentino ai giudici palermitani” – è la voce del candido Dell’Utri. E sempre lui, la star del giorno, ribadisce l’erocità di un’altra anima pia: di nuovo, Vittorio Mangano. L’uomo in odore di santità che qualcuno ha avuto l’insolenza di associare a Cosa Nostra, ma che per fortuna altri hanno saputo perdonare e accogliere nella propria dimora. Fu infatti assunto presso la villa di Arcore di noi sappiamo chi come stalliere, e messo quindi nelle condizioni di fare il suo umile e discreto lavoro (leggi: garantire un legame tra mafia e Stato). In effetti qualcuno ebbe l’impudenza di raccontarcelo così, come “uno di quei personaggi che ecco, erano i ponti, le teste di ponte dell’organizzazione mafiosa nel Nord Italia”. Ma certo, in questo caso è solo un tal Paolo Borsellino a parlare…che credibilità potrà mai avere un giudice se confrontata a quella di un tale eroe?
Poi c’è Ciancimino figlio, che il giorno dopo la sentenza, incalza e insiste col dire che le parole di Dell’Utri per Mangano altro non sono che un messaggio ai mafiosi in carcere, un segno per incoraggiarli e invitarli a un martire e chiaramente sempre eroico silenzio.
E poi c’è pure Pisanu, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, che, sempre il giorno dopo la sentenza, ci conferma che, sì, negli periodo delle stragi del ‘92-‘93 in Italia si è creato e ha agito “un groviglio tra mafia, politica, grandi affari, gruppi eversivi e pezzi deviati dello Stato” e che “la spaventosa sequenza del '92 e del '93 ubbidì a una strategia di stampo mafioso e terroristico”, che però “produsse effetti divergenti”. Da un lato ci fu il timore per un imminente “colpo di Stato" e dall'altro si realizzò anche “un tale innalzamento delle misure repressive che indusse Cosa nostra a rivedere le proprie scelte e a prendere la strada dell'inabissamento”. Poi, per fortuna ci rassicura: “Indagheremo”, ha detto.
Eccola la notizia di oggi, per tornare al nostro discorso iniziale. La notizia è che indagheranno. E se indagheranno, beh, possiamo star tranquilli.

Ah, stavo quasi dimenticando. Alla fine ci siamo noi. Noi che ci informiamo. Che ci indigniamo. Che ci chiediamo come ci siamo arrivati a questo punto e se mai finirà questa eterna fiera di eroiche  menzogne. Ci siamo noi che ci proviamo e non essere marionette pilotate da un burattinaio, ma che per adesso, ahimè, non facciamo notizia. 

lunedì 28 giugno 2010

ISRAELE: CERCA DI GUADAGNARSI IL CIELO?

Cara Alice, vorrei tanto che con il passare del tempo le tensioni nel mondo diminuissero in modo tale da poter essere tutti più tranquilli. Ma purtroppo non è cosi, le tensioni si acuiscono sempre di più e le previsioni non sono delle migliori.

Si prepara una guerra in Iran. Questo per alcuni può non essere un mistero, ma forse le modalità e la tempistica lo sono un po’ di più. Altri diranno che siamo dei paranoici, e noi saremo contenti se loro avranno ragione. Si prepara una guerra in Iran, architettata dagli Usa con l’appoggio del suo braccio armato nella mezzaluna orientale, Israele.

E’ da tempo che gli Usa spingono per inasprire le sanzioni economiche nei confronti di Teheran, al fine di evitare che possano sviluppare tecnologia nucleare, anche se l’Iran ha sempre dichiarato di volerlo fare per fini civili. Ma le pressioni non sono servite a nulla, e l’Iran va avanti. Sai Alice, sono gli Usa che decidono chi può e chi non può avere il nucleare. Pensa, impongono sanzioni all’Iran che dice di volerlo fare per fini civili e non lo fanno con Israele che lo ha fatto per fini militari. E sai perché non la sanzionano? Perche Israele non ha firmato il trattato di non-proliferazione (TNP), mentre l’Iran lo ha fatto. Non ti sembra un po’ illogico? E si, non ha senso, ma ormai a queste cose ci hanno abituati da tempo.  

Il problema è che Israele ha fretta. E forse anche gli Usa. D’altra parte, se a compiere azioni militari è Israele, l’immagine degli Usa di “modello di democrazia” non ci rimette enormemente. Ma c’è qualcuno che ancora ci creda? Oggi si legge sul sito di “repubblica.it” che secondo gli Usa l’Iran potrebbe creare due bombe nucleari entro il 2012. Ma, a prescindere dal fatto che tutti gli esperti negano questa possibilità, c’è qualcuno che creda ancora agli Usa? Ma tornando al punto, Israele vuole fare presto, ed ha bisogno di garantire la riuscita dell’operazione. Gli Usa d’altra parte dovranno pensare alle eventualità, ovvero: a) guerra soft, quindi a come far cadere il governo ed a come rimpiazzarlo con uno più “amico”, oppure, b) guerra aperta ed interminabile (vedi Iraq o Afganistan) e quindi lauti guadagni per petrolieri e produttori d’armi. In entrambi i casi, tranquillità per Israele. Almeno in teoria. Perché un’altra guerra renderebbe quella zona del mondo davvero pericolosa, una vera e propria bomba di tempo.

Abbiamo saputo, da una denuncia fatta da Fidel Castro nelle sue “Riflessioni” giornaliere, che mentre iniziavano i mondiali di calcio, Arabia Saudita siglava un trattato con Israele per permettergli di usare il proprio spazio aereo e per fare esercitazioni militari nello stesso (notizia uscita per altro in un raporto del "Times" e che A.Saudita si è affrettata a smentire). Secondo Castro il conflitto è “ad portas”. Parla della terribile guerra che si scatenerebbe, che sarebbe nucleare e generalizzata, e la miccia potrebbe essere proprio una provocazione degli Usa che in questo caso consisterebbe nell’ispezionare, in alto mare, alcune navi iraniane. La risposta sarebbe una pioggia di missili. Secondo lui, forse non arriveremo a guardare i quarti di finale della coppa del mondo. Certo, sappiamo che lui mette la mani avanti, ma non lo fa senza fondamento.

Secondo alcuni studiosi di geopolitica, Israele ha bisogno di un varco per poter bombardare le centrali dove viene arricchito l’uranio. Questo varco potrebbe essere l’Arabia Saudita, oppure la Turchia. La posizione della Giordania sunnita, moderata e filo Usa, in questo caso, ci è sconosciuta. E, dalla Siria sciita, sappiamo che non si può. Nel frattempo, nel G20 la Turchia dichiara di avere appena chiuso il proprio spazio aereo ad Israele, in risposta all’attacco della “Freedom Flotilla”. Sarà una coincidenza? Il problema è che l’operazione può partire dall’Arabia Saudita, ma non tornare da li. Quindi, se dalla Turchia non si può passare, l’unica alternativa è tornare dall’Iraq e poi dalla Giordania. E’ un fatto che soltanto la Giordania sia tenuta a dissipare questi timori.

D’altra parte per bombardare le istallazioni dove si arricchisce l’uranio, Israele ha bisogno di bombe nucleari di ridotte dimensioni. Alcuni sono dei bunker fatti dai sovietici a 30mt sotto terra, per cui bisogna entrare dai tubi di areazione. E gli Usa hanno le planimetrie, questo è certo. Quindi, fin dove sappiamo, il primo bombardamento “lampo” con tecnologie (di punta) nucleari “ridotte”.

Come finirà questa storia? Difficile dirlo? Non credo che l’allarme che qui lanciamo sia ozioso, ed abbiamo indizi sufficienti per nutrire legittimi timori. In ogni caso, e come al solito, non mi rimane che dire: “spero, comunque, di sbagliare”. 

sabato 26 giugno 2010

Mi piace la forza con cui gli anonimi difendono il calcio, questo perchè condivido spassionatamente l'interpretazione che danno, diamo del calcio e dello sport tutto.
Nell'introduzione all'appello l'intenzione non era, ribadisco, "umiliare" lo sport ed il suo significato ma criticare un business, mi spiego...
L'Africa che conosco io mi ha insegnato che ha voglia  di cambiare, ma per cambiare ha bisogno di autonomia, fiducia e rispetto, ha bisogno di autorganizzarsi e di essere lasciata libera, se non appoggiata, incentivata nel pensare e praticare il SUO cambiamento, un cambiamento che dal basso deve invadere le lobbies quasi sempre corrotte che invadono "i piani alti" di quei sistemi. Ora, che sia lo sport o qualsiasi altro strumento è questa la direzione in cui credo debbano andare gli "aiuti", le "risposte".
Allora perchè il movimento ABAHALAI deve subire quella sorte?
Perchè si utilizzano risorse astronomiche e spazi preziosi per costruzioni abnormi ed inutili?
Chi sceglie come sceglie? Cosa guarda? Come guarda?
Perchè la repressione di ogni genere invece che l'ascolto e la partecipazione?
Non riesco a pensare che questo sia il giusto prezzo da pagare perchè così qualche milione di persone scopra finalmente che in Africa le cose non vanno bene ne, mi dispiace, che il business multimilionario dei mondiali centri ancora molto con lo sport che unisce, che crea spirito di cambiamento.
C'è chi parlava di cambiamento etico e sociale, io ci credo, ma non credo che sia la FIFA ne tanto meno i suoi riflettori, le sue campagne pubblicitarie "giuste", a poter innescare questo processo, quantomeno se nello stesso tempo non si dia spazio alla gente di organizzarsi liberamente per cambiare le cose, così non sta succedendo in Sud-Africa e perdonatemi ma a me ritorna in mente uno splendido, enorme castello di carta.
Raccontatemi, anonimi, quando il mondo è cambiato così, come questi "buoni" propositi hanno fatto svoltare le cose, magari davanti un caffè in redazione, magari ci esce fuori qualche buona idea per cambiare il mondo.                                         
ALICE

Alice Boum © www.Blogger.com changed Un Blog di Disobbedienza Creativa by http://aliceboum.blogspot.com