martedì 26 gennaio 2010

Somewhere In The Rainbow

Assurdo, nemmeno nei dizionari on-line si trova una definizione di omofobia o almeno io non l'ho trovata... tenterò di abbozzarne una... Vediamo... equazione letteraria... Omofobia = omo+fobia.
Omo= [greco: omòs = identico] primo elemento di parole composte; indica uguaglianza, identità.
Fobia= paura e avversione morbosa per determinati oggetti o situazioni.
Risultato... Avversione che spesso viene esternata in modo violento e brutale verso persone omosessuali. Fonte principale di contagio: l'ignoranza.
Si, diciamo che così può andar bene.
Che dire... purtroppo forse la discriminazione maggiore che la Comunità LGBT subisce, a mio modesto parere, è quella auto-imposta che è tanto più forte quanto meno l'individuo ha la possibilità di esprimere la sua normalità in maniera serena e naturale.Non ne parlo senza cognizione di causa, io stesso vengo da un paesino di poche centinaia di persone disperso fra boschi e colline dove probabilmente buona parte della popolazione considera l'omosessualità come una malattia mentale (cosa per altro smentita SOLO nel 1991 dall'Organizzazione mondiale della sanità che l'ha esclusa dalla classificazione delle malattie mentali, praticamente per i primi 3 anni della mia vita facevo ancora parte di una fascia della società definita mentalmente deviata). Va detto che sicuramente la vita per un ragazzino che s'accorge di avere preferenze differenti da tutti coloro che lo circondano non è facile e drammaticamente la strada che più spesso viene percorsa è quella dell'auto-colpevolizzazione e del rifiuto della propria tendenza sessuale naturale cosa che indubbiamente porta con il passare del tempo ad un profondo stato di frustrazione e di degradazione interiore causato dalla mancata auto-accettazione.Devo dire che pur essendo cresciuto in un ambiente non favorevole alla cosa personalmente non l'ho mai vissuta come un problema, ma purtroppo per la maggior parte dei casi ancora non è così.
Inutile lamentarsi del fatto che l'omosessualità in italia non è ancora accettata quando noi per primi non accettiamo noi stessi nascondendoci sovente dietro maschere abilmente modellate ad immagine e somiglianza di ciò che la società vuol vedere.
Siamo gay, lesbiche, trans e bisex anche fuori dai locali o dai pride, non abbiamo nulla da nascondere.

L'obbiettivo di questa sezione altro non è se non il parlare dell'omosessualità e dei problemi che ancora oggi, in quello che viene considerato primo mondo, la comunità LGBT è costretta ad affrontare in termini di discriminazione quando non addirittura di violenza gratuita e immotivata.

Forse troppo tardi o forse solo per mettere a tacere il crescente senso di fastidio percepito da una buona parte della società in seguito ai numerosi casi di violenza omofobica degli ultimi tempi la comunità europea ha proposto ai governi degli stati membri di realizzare spot di sensibilizzazione all'argomento.
Non potevo non pubblicare quello che personalmente preferisco, direttamente dal portogallo:

martedì 19 gennaio 2010

Kaleidos


Voglio vivere in un paese che si apre a ciò che non conosce, che non ha paura nel cambiare continuamente, che conosce la propria cultura e che la offre in cambio di mille altre.
Voglio che esista un luogo pieno degli odori di mille vite che si incontrano, una piccola stradina destabilizzante in una metropoli d’incomprensioni, di luoghi comuni.
Voglio che più voci riescano a farmi comprendere cosa accade, riescano a farmi vedere le cause dei conflitti e non solo le loro terrificanti conseguenze.
Voglio denunciare chiunque alza la voce contro chi è diverso da sè solo perché ha paura di scoprire la sua piccolezza.
Vorrei che questa rubrica fosse l’incrocio di chi condivide queste e mille altre necessità!
Kaleidos si propone di essere un semplice strumento, un gioco forse, per allenare l’occhio a percepire i colori, per allenare la mente ad inventare nuove forme!

Auguro a tutti un buon inizio con questo video:
 

lunedì 18 gennaio 2010

Il Cantastorie


 

La rubrica Il Cantastorie ha la pretesa di raccontare favole non favole, utopie concrete, sogni tangibili.
Esploreremo il mondo di quelli che non ci stanno a vivere in una società messa così, quelli che non riescono a guardare altrove di fronte a soprusi e violenze d’ogni genere e scelgono di rispondere, con il coraggio di un folle, la concretezza di un falegname, l’attenzione di uno scienziato e il sogno d’un poeta.
Parleremo di nuove strade, strade alternative a questo stato di cose, strade diverse nelle fattezze ma unite dall’assoluta certezza che alla violenza si risponde con la non violenza attiva, all’egoismo con la solidarietà, al subire passivamente con il coraggio di immaginare ed osare ciò che si è immaginato.

Il Cantastorie sceglierà un racconto per ogni mese, trenta giorni in cui approfondire, incuriosire e conversare.
..Che la critica sia costruttiva, il consiglio spudorato e la comunicazione disinibita…

Ogni viaggio degno di questo nome necessita di una buona colazione che doni vigore e voglia di inizare,
il Cantastorie ha scelto.....

Alice Boum © www.Blogger.com changed Un Blog di Disobbedienza Creativa by http://aliceboum.blogspot.com