sabato 6 febbraio 2010

Sul sesso e sulla sessualità maschile

Difficile parlare di sessualità e sesso nel mondo maschile, molto difficile soprattutto se si vuole cercare di farlo nel modo in cui sto provando io, ancora più difficile se si cerca di non cadere in facili cliché, in stereotipi e in generalizzazioni che non servono a nessuno.
Impossibile, o quasi, trattare un tema così difficile in poche pagine, pericoloso e facilmente fraintendibile a seconda della visione, decisamente personale, che della sessualità ognuno di noi porta nel proprio retaggio culturale.
L'idea di affrontare questo argomento non è nuova, in un mondo sempre più illusoriamente libero, anche da un punto di vista sessuale (ma, attenzione, parlo di illusioni perché in realtà la nostra è una libertà controllata in cui nessun soggetto è mai libero veramente), ormai già tutto è stato detto e analizzato.
Il mio interesse principale è quello di provare a stimolare un confronto e di provocare una discussione che possa coinvolgere ognuno di noi in un'analisi che dal personale si possa trasformare in generale. L'idea nasce dalla visione di due film: “Notti selvagge” di Collard e “I testimoni” Techine, entrambi ambientati in decenni diversi dai nostri, anni in cui ben poco si sapeva di prevenzione e di malattie, anni vissuti con terrore soprattutto da parte delle comunità GLBT a causa della comparsa dell'AIDS.
In entrambi i film si parla di sesso e sessualità al maschile ed in entrambi viene messa in evidenza una particolare realtà sessuale molto diffusa, ancora oggi, nel mondo gay.
Paradossalmente mi rendo conto che per parlare della sessualità maschile occorre partire dalle lotte per l'affermazione e la liberazione del corpo, ostaggio della società e dell'uomo, da parte delle donne. Ho bisogno di prendere molto alla lontana il discorso della sessualità maschile perché, a mio avviso, i maschi non hanno mai sentito la necessità, in quanto autoproclamatosi padroni del mondo, di confrontarsi con la propria sessualità e le proprie identità.
La rivoluzione femminista, il rifiuto del corpo oggetto, la rivendicazione del proprio corpo e del proprio intelletto, l'autodeterminazione, le rivendicazioni sociali, culturali, ideologiche, sessuali e politiche hanno permesso alle donne di raggiungere una profonda consapevolezza legata all'importanza del riconoscimento della propria sessualità.
Consapevolezza mai raggiunta dall'uomo a causa di una profonda immaturità intellettuale e del suo considerare il sesso come forma di potere e di dominio oltre che di mediocre esaltazione del proprio ego.
Mi preme dire che le mie sono tutte considerazioni estremamente personali, libere da ogni tipo di preconcetto e/o indottrinamento machista, sto solo cercando di affrontare quello che per me è divenuto un problema reale di fallocrazia generalizzata. Viviamo in un mondo in cui tutto è scelto e deciso in base a logiche sessuali intese non come mero piacere ma come forma di dominio del maschio su tutti gli altri generi e/o specie (e con questo intendo anche la violenza del maschio non solo su altri esseri umani ma anche su tutti gli esseri viventi).
Il pene regna.
Mi premeva parlare di femminismo e delle lotte portate avanti dalle donne anche per altri motivi. Il primo è che tali lotte sono state, ovviamente, violentemente combattute dal maschio per impedire che divenissero ideologie largamente praticabili. Si è insinuato nella società il virus dell'assoggettamento al volere maschile, lo si è fatto in un modo subdolo attraverso, soprattutto, i principali mezzi di comunicazione tanto che oggi buona parte delle ragazze, soprattutto fra le più giovani, pensa che indipendenza significhi essere uguali al maschio (non tutte per fortuna e ci tengo a sottolineare che la resistenza femminile anche fra le giovanissime, pur avvenendo con metodologie diverse rispetto a trent'anni fa, esiste ancora ed è praticata). In secondo luogo mi serviva per affermare liberamente, anche se non dovrebbe essercene bisogno, che la sessualità femminile e quella maschile sono estremamente diverse.
Purtroppo non si può dire la stessa cosa fra maschio eterosessuale e maschio omosessuale.
Parlare di libertà sessuale all'interno del mondo omosessuale è dannatamente difficile perché si rischia, ogni volta che si toccano le ipocrisie quotidiane di buona parte della comunità, di sollevare un polverone e di venire etichettati come bacchettoni.
Il problema è che, sempre secondo la mia visione dei fatti, c'è una bella differenza fra libertà sessuale e libertà di scopare.
La libertà sessuale, e le donne lo hanno capito, passa solo in parte dal corpo. È un concetto più profondo, difficile, utopico forse ma terribilmente affascinante e intellettualmente stimolante.
Nei due film di cui ho parlato in precedenza, per esempio, si spaccia per libertà e indipendenza la possibilità di avere rapporti sessuali in libertà.
Non ho nulla contro il sesso, non sono legato all'idea romantica, se fatto tra due persone consenzienti trovo che ci possano essere ben pochi limiti e poi credo, come affermava kinsey, che la sessualità sia in continua evoluzione.
Proprio come l'intelletto.
Nessuna linea retta quindi, nessun facile e ipocrita moralismo.
Ma quando il sesso diviene una sorta di atto bulimico, un gesto meccanico, l'unica idea che ci spinge a compiere qualsiasi azione della giornata allora non stiamo più parlando di una sessualità matura e libera. Diveniamo, inconsapevolmente, schiavi del nostro pene (ancora di più di quello che già siamo) e delle nostre pulsioni.
Ho notato, nel corso degli anni, una certa insofferenza nei maschi omosessuali a parlare di luoghi e sesso. Come ho già detto sono cose che si fanno e di cui non si parla.
In questo caso, al di la' dei gusti sessuali, direi che fra omosessuali ed eterosessuali c'è un elemento in comune e uno estremamente differente. Quello in comune è, ovviamente, che il maschio è maschio, che sia eterosessuale o omosessuale (e mi scuso se tendo a generalizzare) è spinto da un idea comune che è quella di soddisfare le proprie esigenze e i propri bisogni.
L'elemento di maggiore diversità è che il maschio omosessuale si trova a portare avanti una partita con un essere ideologicamente molto simile a se', c'è un approccio sessuale con elementi conosciuti, una “libertà” di azione più ampia rispetto a quella che il maschio eterosessuale si trova ad avere nel rapporto con una donna e non perché una donna non possa desiderare solo il sesso, non mi permetto di dire questo, ma penso che il retaggio culturale a cui è sottoposto il maschio (lo ribadisco: il maschio e non la donna) lo spinga a farsi molti più scrupoli rispetto ad un omosessuale. Questo potrebbe anche essere alla base di una certa violenza, la repressione sessuale di molti maschi sfoga poi in atti non controllati. Esistono anche luoghi di scambio sessuale eterosessuale: scambismo, battuage, locali ma sono sempre minori rispetto al fenomeno omosessuale. Credo che per il maschio eterosessuale sia molto più facile scegliere di pagare per sfogare i propri istinti piuttosto che doversi confrontare alla pari con una persona di sesso opposto.
Come dicevo non pretendo certo di esaurire un argomento così complesso in poche parole e continuare a parlare in modo così generalizzato non aiuta e non fa bene a nessuno.
Il vero problema è che il sesso continua ad essere un argomento di cui si parla pochissimo da un punto di vista sociologico, siamo così spaventat* dalla sessualità, abbiamo interiorizzato così tanto il senso del peccato che preferiamo rimanere nell'ignoranza piuttosto che affrontare l'argomento. Trovo, purtroppo, che, soprattutto nel mondo omosessuale maschile, si perdano continuamente occasioni utili alla discussione, l'interesse legato allo studio delle sessualità e del sesso, le ricerche e le pubblicazioni (in Italia) sono ancora troppo poche e sia per motivi di ipocrisia sia per motivi di interesse (e torno a ribadire il ruolo di arcigay nel mondo della fasulla libertà sessuale di dark, saune, locali ecc...) l'argomento è poco apprezzato e approfondito. Peccato perché potrebbe essere stimolante occuparsi di giusta e corretta sessualità anche per aiutare le nuove generazioni a non essere succubi di una mentalità fallocentrica, utile anche per costruire una nuova idea di sessualità. Il sesso, come ogni cosa, può essere uno strumento piacevole, di conoscenza, a volte usato con leggerezza (non con stupidità però), altre per divenire parte di un elemento più vasto, divertente, gioioso. Ma, allo stesso modo, può essere anche uno strumento di violenza, di repressione, di assoggettamento. E poi può divenire un tarlo che ci rende schiavi al punto da annullare ogni altra cosa e a spingerci a strisciare nel buio in cerca di un orgasmo.
Ancora una volta credo che potremmo imparare molto dalle ideologie delle differenze. Peccato che sempre più spesso si tenda a rifiutarle.

1 commento:

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Alice Boum © www.Blogger.com changed Un Blog di Disobbedienza Creativa by http://aliceboum.blogspot.com