martedì 15 giugno 2010

PER NON GUASTARE LA FESTA


Sud Africa, lunedì 14 giugno 2010, eccoli i campioni del mondo, mi piace immaginarli lì che si concentrano, si preparano a disputare il loro primo match, mi sembra quasi di essere lì con loro, le loro maglie azzurre, nuove e atte a testimoniar la gloria, una serata importante, bagnata dalla pioggia e da una temperatura anomala per l’immaginario sul continente nero (9, 10 gradi).
Il paese tutto palpita, tutti sono pronti, tutti sono invasi, pervasi dall’attesa del fischio di inizio.
Gli italiani ed il calcio…che bella storia d’amore, mi fanno venir in mente la farina con il lievito, lui è lì che la droga e lei si gonfia, gonfia, gonfia…
I mondiali poi, sono l’apoteosi del godimento, tutti, ma proprio tutti, anche chi di questo sport non se ne frega un bel niente, saranno lì stasera alle 21, davanti uno dei milioni di schermi che nelle case e per le strade del bel paese racconteranno la stessa identica storia nello stesso momento, e si...è proprio vero...il calcio è uno sport che unisce, e poi se a giocare è l’Italia, be allora siamo a posto, il paese è un crogiuolo di sentimenti di fratellanza che pare riempiano anima e mente di tutti e tutte.
Poi i mondiali, ho scoperto di recente , sono un momento di fratellanza mondiale, che dico, cosmica, anzi interplanetaria, tutti ci vogliamo bene, tutti siamo amici, lo dice anche Schiachira, cosa vogliamo di più?
Lo stadio di Cape Town di notte sembra un castello di cristallo luminoso,  ma è tutto il Sudafrica che risplende, c’è festa, allegria, ci son turisti e tanti soldi che girano...e poi dicono che il calcio fa male, a me quest’Africa, all’ombra della “sfera sacra”, sembra quasi un bel posto da vivere, quasi.
Quasi perché c’è il solito guastafeste che non si fa mai i fatti suoi, che sta lì a sgamare le magagne ed infrangere i sogni di divertimento e bontà che riempiono i nostri occhi da spettatori innamorati, eccolo con la sua sciarpa a colori e la sua saggia impertinenza a raccontarci che ancora una volta la "montagna d’oro" è poggiata su di un mare di merda, ben nascosto agli occhi ma non abbastanza da non farne sentire la puzza.
Questa volta Alex Zanotelli mi racconta, ci racconta delle baraccopoli sudafricane, della povertà e della speranza, del movimento sudafricano "Abahlali" con cui chi vive in questi posti si batte per i suoi diritti, partecipa con coraggio ed intelligenza alla speranza di un cambiamento sociale, civile, umano. Ascolto storie di repressione, ingiustizia, violenza inaudita.
Ma soprattutto ci racconta di un presidente, l’ennesimo, che ama nascondere perché va bene che ci sia la povertà, ma le brutte figure “interplanetarie” è meglio evitarle.
Provate ad immaginarlo, Jacob Zuma, in compagnia di chissà quale delegazione internazionale passare per le strade di Durban, Johannesburg o Città del Capo tirale a lucido, ghettizzando gli abitanti delle baraccopoli in campi profughi fuori dai coglioni ed impedendo ai commercianti di abitare le loro strade con i loro banchi, cosa provate?
Mi domando quanto, questa volta, arriverà lontano la voce dell’indignazione, quanti conosceranno e parteciperanno alla campagna “Mondiali al Contrario” e firmeranno l’APPELLO da inviare entro il 20 giugno all’ambasciatrice sudafricana in Italia.
Mi domando se tutto questo servirà a qualcosa ma poi, finalmente, smetto di domandare ed inizio a partecipare…

http://www.carta.org/campagne/migranti/clandestino/19618
http://clandestino.carta.org/category/mondiali/

4 commenti:

  1. Se da un lato sono assolutamente d'accordo con te, Alice, sul fatto che non sarà un mondiale a cancellare tutti i problemi di gran parte della popolazione ( povera ) sudafricana, e premettendo che ho ovviamente firmato l'appello, mi sembra sbagliato e poco giusto accusare o meglio criticare in modo sarcastico come fai tu il fatto che questo mondiale ci sia, e che abbia luogo in Sudafrica.
    I problemi di questo paese c'erano prima, ci sono e ci saranno anche dopo il Mondiale. Nessuno ha mai pensato che questo evento potesse risolvere le disgrazie di questo popolo, ma solo chi non ha mai avuto a che fare con il calcio, o semplicemente con un pallone, può considerare negativo il primo mondiale in Africa. E ne sono convinto, vuoi per motivi simbolici, vuoi per motivi sportivi, vuoi per motivi etici, questo evento rimarrà nella storia. E sai Alice, tu lo dici in modo ironico, ma io invece lo dico sul serio, penso che sia davvero "un momento di fratellanza mondiale", ed è forse grazie a questo sentimento di unità, di avvicinamento col prossimo (anche africano) che la campagna/appello di cui parli potrebbe realmente funzionare (e me lo auguro)e attirare l'attenzione di molte persone, che in altre circostanza avrebbero avuto altro a cui pensare..

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  2. sono d'accordo con il commentatore qui sopra. da grande appassionato di calcio, trovo un pochetto irritante l'aria da "mondiali di calcio: c'è gente che muore di fame e quelli pensano a rincorrere una palla guadagnando cifre da capogiro".
    mi sembra che quest'anno vada semplicemente di moda, in tutta Italia non mi riferisco solo a questo articolo, parlar male dei mondiali.
    dacchè mondo è mondo lo sport è un collante eccezionale di unione fra popoli distanti e tra tante, davvero tante cause di quella "merda" della quale parli alla periferia di Cape Town, il calcio non c'entra davvero niente.
    Infine, come già detto, tu hai occasione di parlarci dei mondiali al contrario perchè esistono i mondiali "ufficiali" che in maniera epocale vengono disputati proprio in Sudafrica.
    infine, una domanda: sei molto ironica quando parli del rapporto d'amore tra Italia e Nazionale di calcio. Mi fa sorridere, va bene, spero solo che poi, come la maggioranza degli italiani, non ti sia scandalizzata per il fatto che la Padania ha esultato sul goal del Paraguay. Io non l'ho fatto, ognuno può tifare per chi gli pare ma attenzione a non cadere nell'ipocrisia.

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  3. mi sembra di leggere, cara Alice, le pagine di qualche sito web (e non solo a dire il vero) che girava nel periodo delle Olimpiadi di Torino 2006... tutti scettici e tutti critici: per la maggiore, andava "Torino improvvisamente pulitissima e casta, ma dov'è finita la povertà?". Ebbene, quelle stesse persone che con tanta facilità hanno puntato diti contro, si sono dovute ricredere per prime appena le Olimpiadi sono iniziate. Non soltanto il clima era davvero di fratellanza e festa (e c'è chi non riconosceva più i torinesi troppo "caldi" e "ospitali" per essere effettivamente tali...), ma la stessa città ha avuto dei benefici a seguire (manifestazioni, convegni internazionali, non ultima capitale europea dei giovani quest'anno) che altrimenti, non avrebbe avuto. Stessa cosa, ora, sta succedendo e succederà in Sud Africa. Ovviamente, non si può definire oro tutto ciò che luccica, come giustamente hai scritto, ma non si può neanche infamare a zero quello che oro è effettivamente: il Mondiale in Africa è davvero un simbolo politico, sociale ed etico di importanza enorme, ed avrà delle conseguenze future sullo Stato e sul Continente in generale che altrimenti, non avrebbero possibilità di essere.

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  4. Mi piace la forza con cui gli anonimi difendono il calcio, questo perchè condvido spassionatamente l'interpretazione che danno, diamo del calcio e dello sport tutto.
    Nell'introduzione all'appello l'intenzione non era, ribadisco, "umiliare" lo sport ed il suo significato ma criticare un business, mi spiego...
    L'Africa che conosco io mi ha insegnato che ha voglia di cambiare, ma per cambiare ha bisogno di autonomia, fiducia e rispetto, ha bisogno di autorganizzarsi e di essere lasciata libera, se non appoggiata, incentivata nel pensare e praticare il SUO cambiamento, un cambiamento che dal basso deve invadere le lobbies quasi sempre corrotte che invadono "i piani alti" di quei sistemi. Ora, che sia lo sport o qualsiasi altro strumento è questa la direzione in cui credo debbano andare gli "aiuti", le "risposte".
    Allora perchè il movimento ABAHALAI deve subire quella sorte?
    Perchè si utilizzano risorse astronomiche e spazi preziosi per costruzioni abnormi ed inutili?
    Chi sceglie come sceglie? Cosa guarda? Come guarda?
    Perchè la repressione di ogni genere invece che l'ascolto e la partecipazione?
    Non riesco a pensare che questo sia il giusto prezzo da pagare perchè così qualche milione di persone scopra finalmente che in Africa le cose non vanno bene ne, mi dispiace, che il business multimilionario dei mondiali centri ancora molto con lo sport che unisce, che crea spirito di cambiamento.
    C'è chi parlava di cambiamento etico e sociale, io ci credo, ma non credo che sia la FIFA ne tanto meno i suoi riflettori, le sue campagne pubblicitarie "giuste", a poter innescare questo processo, quantomeno se nello stesso tempo non si dia spazio alla gente di organizzarsi liberamente per cambiare le cose, così non sta succedendo in Sud-Africa e perdonatemi ma a me ritorna in mente uno splendido, enorme castello di carta.
    Raccontatemi, anonimi, quando il mondo è cambiato così, come questi "buoni" propositi hanno fatto svoltare le cose, magari davanti un caffè in redazione, magari ci esce fuori qualche buona idea per cambiare il mondo.
    ALICE

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Alice Boum © www.Blogger.com changed Un Blog di Disobbedienza Creativa by http://aliceboum.blogspot.com