lunedì 14 giugno 2010

Ma dove sono questi italiani, Alice?


Cara Alice,

il tempo vola da queste parti e sembra non voler rallentare. Ecco che allora, come al solito mi ritrovo a inseguirlo, tentando di mettere in fila, una dopo l’altra, tutte le cose che ci sono da fare. E purtroppo, scrivere, è una di quelle cose che si mettono sempre in fondo alla lista, per quanto poi spesso sia più necessaria di tante altre. È necessaria a maggior ragione in un momento come questo che stiamo vivendo oggi, in cui la grande e fiorente e potente democrazia italiana fa il possibile per oscurare le parole, e con esse, la varietà di pensieri di cui sono portatrici, e dunque la varietà di azioni a cui certi pensieri dovrebbero indurre. Insomma, parole che fanno paura, tanto più se sono rivelatrici di informazioni di solito ai più negate. Certo, l’equazione è semplice: meno parole, meno informazioni, meno consapevolezze, meno scelte, meno libertà.
Sì, Alice, è tutto vero. Il nostro peggiore incubo sta prendendo forma. Qualcuno sta rubandoci la libertà. Il fatto è che questa privazione non è cosa recente e improvvisata. Infatti, Alice, io proprio non ci credo alla storia che la democrazia italiana il 6 giugno del 2010 è morta, o, per essere meno drammatici, ha cominciato a degradarsi. La democrazia italiana è in difficoltà da diverso tempo e dare la colpa al “nemico Berlusconi”, brutto e cattivo, ci fa sentire tutti meglio, me compresa. Il problema, Alice, è che temo siamo tutti coinvolti, per quanto noi ci sentiamo assolti, siamo lo stesso coinvolti – avrebbe detto qualcuno.
Lo siamo per ogni momento e/o atteggiamento di indifferenza di cui ci siamo vestiti; e lo siamo per ogni volta che non abbiamo avuto la voglia o il coraggio di vedere in quale direzione si stava andando. Troppo comodo trovare un nemico e addossargli tutte le colpe.  Non facciamo finta di vedere quanto poco, o meglio, niente, stanno facendo tutti gli altri. Guardiamola bene la nostra Classe dirigente. Tutta intera. Mio dio, Alice, sono davvero tutti coinvolti. Non gliene frega niente alla Classe dirigente delle derive autoritarie, perché, che ci sia meno informazione, in fondo fa comodo a tutti. Non una parola di sincera indignazione dagli occhi freddi, svuotati, disonesti e addormentati della Classe dirigente.
E allora certo che Berlusconi è un pericolo, certo che stiamo assistendo a un liberticidio bello e buono architettato ad arte dal Cavaliere e dal suo fedele seguito, certo che il rischio di un rigurgito antidemocratico è sempre più visibile, tangibile, oserei dire, sempre più vicino da riuscire a sentirne la puzza, e certo che il responsabile materiale di questo attacco allo Stato di diritto che ora, sotto i nostri occhi, si sta consumando, è questo governo. Ma non ci dimentichiamo di tutti gli altri. Dell’intera Classe dirigente, appunto. Tanto miope da non (voler) vedere l’acuirsi sempre più drammatico del conflitto sociale. O forse tanto meschina da vederlo nettamente e da incoraggiarlo. Perché se c’è conflitto sociale è più facile giustificare la riduzione del margine di democraticità di uno Stato: chiaro, siamo tutti in pericolo, il conflitto sociale è alle porte, bisogna garantire la sicurezza dei cittadini, degli italiani. Gli italiani, già. Ma dove sono questi italiani, Alice? Dove sono quando quotidianamente qualcuno li insulta calpestando i simboli della loro identità? Dove sono questi italiani, figli di una meravigliosa Costituzione, quando qualcuno cerca di fargliela fuori questa loro madre comune? Dove sono questi italiani che lasciano fare, pur di sguazzare nella pigrizia del “tirare a campare”?
Ma sì, in fondo è più facile giocare a fare gli italiani solo in tempo di mondiali di calcio: eccoci qua, tutti belli, fieri e orgogliosi, riuniti sotto una bandiera che ogni giorno lasciamo sbiadire e stracciare, con le birre fresche di fronte al televisore, a far finta di cantare uniti l’inno e a farci ulteriormente rincoglionire dallo strombettìo di trombette stonate..altro che popolo di una nazione, a stento siamo un popolo di tifosi; e altro che nazione, a stento siamo una nazionale.

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Alice Boum © www.Blogger.com changed Un Blog di Disobbedienza Creativa by http://aliceboum.blogspot.com