lunedì 14 giugno 2010

COME SI PENSA DI PORRE FINE ALLA VIOLENZA?

Oggi, lunedì 14 giugno 2010, è stato approvato - all’unanimità su proposta del premier Netanyahu - l’avvio di una commissione interna per chiarire le responsabilità dei militari nell’attacco alle navi della Freedom Flotilla perpetrato in acque internazionali dall’IDF, e che ha visto l’uccisione di nove attivisti turchi, il ferimento di decine di persone e l’arresto di centinaia. A due settimane dall’attacco, Israele continua a mostrare il volto di una politica militare unilaterale e prepotente. Noi, purtroppo, ci siamo abituati a questa prepotenza e sembra che anche la comunità internazionale non abbia l’intenzione (o dovrei dire “l'interesse”?) di esercitare le giuste pressioni nei loro confronti per fare chiarezza e giustizia sui fatti del 31 maggio 2010.
Questa decisione, presa unilateralmente ed in contrasto con la richiesta del segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon (che aveva chiesto l’avvio di una commissione internazionale), vede Israele nelle vesti di accusato e giudice contemporaneamente. Insomma, l’ennesima beffa nei confronti del Diritto Internazionale e quindi della comunità internazionale (spesso passiva e compiacente nei confronti delle atrocità che ogni giorno subiscono i palestinesi di Gaza, prigionieri del più grande carcere a cielo aperto del mondo, e che dal 2006 subiscono un pesante isolamento dovuto all’embargo imposto da Israele). Dello stesso parere è il Ministro turco Davutoglu, che ritiene inutile e senza alcuna rilevanza internazionale l’avvio di questa commissione interna. Per la Turchia è particolarmente importante chiarire quel che è accaduto, dal momento che tutti i morti sono di nazionalità turca. Da allora, infatti, hanno interrotto ogni rapporto diplomatico con Israele, ritirando il proprio ambasciatore.
Personalmente non sono sorpreso. Israele ci ha abituati all’unilateralità ed all’uso sproporzionato della forza. Basti pensare alle tante condanne da parte del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU; agli attacchi “preventivi” e fratricidi, come l’ultimo chiamato “piombo fuso” che costò la vita a più di mille persone; o alla politica chiamata di “ambiguità” nei confronti degli armamenti nucleari, ossia, il fatto che non abbiano mai né smentito né confermato di essere in possesso della bomba nucleare (anche se ci sono le prove della loro esistenza). Insomma, nulla di nuovo vediamo oggi. E, tanto per cambiare, gli Usa sono complici di Israele.
C’è, nonostante, una possibile “prospettiva” futura che apre un barlume di speranza. Noam Chomsky, in una recente intervista concessa al Al Ahram Weekly in occasione della presentazione del suo ultimo libro “Hopes and Prospects”, dichiarava che gli Usa potrebbero presto capire che i loro interessi non sono più in quella zona e che anzi la situazione gli stia comportando molti problemi. Se questo dovesse succedere l’Europa seguirebbe la stessa linea politica, isolando cosi Israele, che vedrebbe la propria situazione complicarsi enormemente e che non potrebbe più agire unilateralmente e nel (quasi) totale silenzio internazionale. E’ fondamentale quindi che Israele cambi rotta, che inizi ad aprire orizzonti di dialogo, e capisca che il proprio futuro e la propria esistenza dipendono dalla possibilità di avviare un processo di giustizia e riconciliazione (assumendone i costi), anche se questa prospettiva appare attualmente irrealizzabile. Il prezzo da pagare, altrimenti, sarebbe un crescendo di violenza (ma in questo caso nel totale isolamento) che farebbe svanire definitivamente le poche prospettive di cambiamento su cui (forse) possiamo ancora nutrire una ragionevole speranza.
Personalmente condanno ogni forma di violenza, da qualunque fazione provenga e credo fermamente nella nonviolenza come unica via di uscita possibile a questo ed a tanti altri conflitti. E’ importante cara alice che tu capisca che non ti scrivo per puntare il dito sui “colpevoli”. Tutti sono responsabili di quel che hanno fatto, ma nessuno è “colpevole” di quando è accaduto. Questo però, cara alice, non significa dire che siano tutti ugualmente responsabili. No, questo non lo posso dire.

Nessun commento:

Posta un commento

Alice Boum © www.Blogger.com changed Un Blog di Disobbedienza Creativa by http://aliceboum.blogspot.com