domenica 2 maggio 2010

Aspettando la prossima catastrofe...

Ci sono catastrofi ecologiche che rimangono segnate nella storia per sempre. Penso a Cernobyl ovviamente, ma anche a Bopal in India (fuga di metil-isocianato, migliaia di morti), alla tragedia di Seveso nel 1976 (nube di diossina), o ai vari casi di contaminazione per amianto, alla vergognosa e recentissima sciagura del fiume Lambro, in Lombardia.. e potrei citarne a decine.

L'ultima e triste catastrofe è avvenuta alcuni giorni fa nel golfo del Messico, non lontano dalle coste della Louisiana. La piattaforma petrolifera Deepwater Horizon appartenente al colosso statunitense BP, che trivella, o meglio trivellava, ogni giorno migliaia di Litri di Petrolio, per colpa di un incendio è affondata e di conseguenza diverse falle, sembrerebbe siano 3, stanno da alcuni giorni riversando nel mare decine di migliaia di litri di petrolio al giorno..! La marea nera, che è ora visibile anche dai satelliti, si sta avvicinando alle coste americane e già l'altra mattina le prime ondate di petriolo hanno raggiunto la Louisiana. Vani i tentativi di fermare la chiazza, con incendi artificiali, sostanze per sciogliere il tutto ecc.. La catastrofe ha raggiunto e raggiungerà proporzioni gigantesche, forse uno dei peggiori disastri ecologici della storia delgli USA.

Un portavoce dell'azienda BP annucia : " pagheremo noi", come se questa vicenda avesse un prezzo, un costo ben preciso, un assegno da sborsare e voilà, il problema è risolto. Le conseguenze di questa vicenda saranno drammatiche per la flora e la fauna ( ci sono già casi di uccelli e pesci "incastrati" nel catrame ), per la bellezza delle coste e quindi per il turismo, per l'economia, per la pesca, per la salute delle persone.. Non si può ancora quantificare l'entità dei danni.

Fatto sta che sorgono spontanee alcune considerazioni, alcuni dubbi, alcune riflessioni.

Non si sa ancora di chi siano le colpe, sempre che ci siano delle colpe, ci sarà un'inchiesta ( mi auguro ) che lo stabilirà. Puo' anche darsi che le cause dell'incendio non siano state di mano antropica, ma semplicemente un misto guasto-sfortuna-natura.
Ma in fondo poco importa.
A mio avviso qui il punto è un altro. Ci sono sciagure che non dipendono dall'uomo ma strettamente da processi naturali ricorrenti e putroppo normali, dai terremoti, ai tifoni, alle eruzioni vulcaniche ( anche se poi l'uomo puo' agire sulle conseguenze, o meglio sulla prevenzione, ma questo è un altro discorso ). Questa catastrofe, come del resto Cernobyl o il parco Lambro , è invece la conseguenza di attività umane ed è quindi frutto del ( cattivo ) sfruttamento delle risorse che servono al fabbisogno della popolazione mondiale, che sia energetico, industriale, alimentare ecc.. Se da un lato l'uomo ha bisogno di usare e sfruttare le risorse che ci offre il pianeta ( illimitatamente..?), l'uomo può anche scegliere come usarle e quali risorse sfruttare.

Nel Neolitico i nostri antenati si accontetavano di un po' di legna, qualche campo coltivabile e chissà forse qualche pozzo. Oggi l'essere umano ha bisogno di ben altro, ed è ovviamente impensabile di tornare agli standard di 5000 anni fa'.
Detto ciò, sfruttando il pianeta come lo facciamo noi, è nostro dovere pensare all'impatto che questo provoca, dalle conseguenze accertate a quelle diciamo "imprevedibili", nonché tutte le sciagure appena citate, da esplosioni a incendi a perdite..
Forse non ci saranno più incendi di piattaforme petrolifere per i prossimi dieci o vent'anni ( speriamo ), ma è ovvio che, come ce lo insegnano da un lato le leggi della probabilità, e da un altro il disastro di pochi giorni fa', il rischio potenziale c'è sempre. Vista la gravità di ogni catastrofe, che colpisce non solo da un punto di vista ambientale, ma anche sociale, economico e salutare, mi chiedo : ma è possibile che non si possa riuscire a concepire un mondo dove l'equilibrio uomo-pianeta non sia costantemente minacciato da imprevisti e rischi di calamità naturali? Perché dopo ogni catastrofe ecologica lo sdegno dura solo alcuni giorni, e poi svanisce, pronto a tornare solo il giorno della calamità successiva? Non si può iniziare a pensare a come evitare che tutto ciò accada? è solo partendo da queste basi che si può cominciare a pensare al futuro degli esseri umani, al di là delle consederazioni economiche, politiche che ne derivano. Quando si parla di energie alternative, futuro sostenibile, si intende proprio questo : non è solo una questione di illimitatezza delle risorse, ma di impatto che esse possono avere sul pianeta.

Non è sicuramente una questione semplice e risolvibile nell'arco di pochi anni, ma è certamente da li che devono partire tutte le politiche energetiche dei nostri paesi. Se è vero che le pale eoliche ammazzano migliaia di pipistrelli all'anno, o che i pannelli solari assorbono dell'Energia che in teoria servirebbe al normale ciclo termico del pianeta, è altrettanto vero, e forse più grave, il fatto che una centrale nucleare è sempre un'imminente mina vagante in caso di esplosione, cosi come le varie raffinerie petrolifere, chimiche o quant'altro.

La soluzione non ce l'ho, anzi non ce l'abbiamo. Il mio invito è semplicemente una piccola riflessione, senza troppe pretese, ma semplicemente perché ho la speranza che un giorno non mi venga più quel senso di vergogna, ma anche di impotenza, nel leggere sui nostri giornali la notizia dell'ennesimo disastro ambientale.

3 commenti:

  1. Cara Alice, premetto che non ho seguito a fondo la vicenda di questo disastro, ma come ben hai citato all'inizio dell'articolo, di disastri ne abbiamo a migliaia tra le mani della Storia.. mi baserò su quelli.
    In effetti, è riprovevole che dopo ogni catastrofe, lo sdegno delle persone sia veramente troppo repentino a morire. Questa caratteristica, però, non riguarda solo i disastri ambientali...ma la società in generale: siamo tutti molto bravi a sdegnarci per questo genere (e non solo) di cose, ma siamo tutti allo stesso modo bravi a continuare la nostra esistenza come se niente fosse, il giorno dopo. Come succede fin troppo spesso, dopo una manifestazione..
    Penso, quindi, che il problema non sia tanto la precarietà del sistema uomo-natura, che temo sia sempre stato così e sarà sempre così: la natura, per quanto noi possiamo pensare diversamente, è sempre a un passo in più di noi. Lo dimostra il modo in cui sia sbocciata un'immensa primavera nel giro di una settimana qua a Bologna, o il fatto, più assurdo e catastrofico (forse) che la Terra esisterebbe a priori di noi. Il problema, forse, è che manca una coscienza collettiva nei confronti della nostra precarietà. Forse dovremmo tentare di portare questo sdegno post-disgrazia nella nostra quotidianeità e cominciare a cambiare le cose nel nostro piccolo.. anche solo spegnando la luce quando non siamo in una stanza. Sarà pur una piccola cosa, ma sono i minuscoli granelli di sabbia a formare un deserto come il Sahara!!!

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  2. Troppo faticoso guardare al di là del proprio naso. Molto più facile pensare sempre e solo al qui e ora, senza porsi problemi di responsabilità sul futuro..se solo riuscissimo a essere più umani, se solo riusciremmo ad amare di più il nostro mondo.

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  3. è inutile fare gli ecologisti quando il problema è un altro: il nostro stile di vita non prevede un pensiero che vada oltre noi stessi, si tratti delle altre persone o del pianeta. nessuno è disposto a rinunciare all'auto, all'ultimo i-phone, alla carta igienica, meno che mai al riscaldamento a 28 gradi negli appartamenti o alla bistecchina nel piatto. quando la merda ci raggiunge la prendiamo in considerazione; se non ne sentiamo bene il fetore, per noi non esiste (mi si perdoni la metafora aulica). accettiamo quello che siamo e viviamo più sereni. quando passeremo il limite sarà la natura a rimetterci al nostro posto e a recuperare l'equilibrio perduto. la Terra ha a disposizione tempi quasi illimitati per ripristinarsi. e una forza che non è paragonabile alle nostre ridicole bombe nucleari.credo che l'uomo, possa alla fine distruggere se stesso e molti altri animali, ma non il pianeta o l'universo...è un problema solo nostro ed è giusto che paghiamo noi.
    mi si dirà che gli altri esseri viventi sono innocenti...vero, ma se l'animale più potente fosse un canguro o un cane, con intelligenza e mezzi paragonabili a quelli dell'uomo, non esiste controprova che riuscirebbe a fare meno danni dell'uomo, magari potrebbe farne di più!

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Alice Boum © www.Blogger.com changed Un Blog di Disobbedienza Creativa by http://aliceboum.blogspot.com